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SOSTENIBILITÀ

Dalla produzione al consumo: qual è l’impatto ambientale del caffè

Uno dei simboli più evocativi del nostro paese e pausa immancabile delle nostre giornate. Di cosa stiamo parlando? Ma del caffè naturalmente. In Italia concedersi un caffè è un rito irrinunciabile, che abbraccia sfera gustativa ed emotiva di chi lo consuma. Preparare la moka al mattino, montare il latte per un cappuccino fatto in casa, sono tutti gesti che almeno il 90% della popolazione compie quotidianamente.

Ma a dipendere dalla tazzina di caffè giornalmente non siamo solo noi consumatori. A livello globale, circa 125 milioni di persone fanno affidamento sull’industria del caffè per trovare lavoro. Tuttavia, a causa della minaccia sempre più attuale del cambiamento climatico, soddisfare la domanda della coltivazione dei chicchi e trovare un’occupazione in questo ambito si sta dimostrando sempre più difficile.

Dunque, viene naturale chiedersi: ma quanto è sostenibile il caffè? E come, noi consumatori, possiamo rendere la nostra pausa caffè davvero sostenibile ed ecologica?

Quanto è sostenibile il caffè durante la produzione

Il caffè è una delle materie prime più commercializzate al mondo, secondo solo al petrolio. Si stima, infatti, che ogni giorno vengano consumate circa 2.5 miliardi di tazze di caffè. Sebbene la maggior parte della produzione avvenga nei paesi in via di sviluppo come il Sud America, il consumo maggiore si verifica, invece, nei paesi cosiddetti sviluppati.

La richiesta del mercato cresce ogni anno e si stima che entro il 2050 la domanda del caffè sarà addirittura triplicata. Spesso, ciò porta a una coltivazione seguita da deforestazione senza controllo per poter far spazio ai terreni da coltivare, con conseguenti danni ambientali e sociali irreparabili. In più, negli anni settanta si è passati dalla coltivazione all’ombra a quella al sole, complicando maggiormente le cose.

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In passato, infatti, la pianta del caffè veniva coltivata protetta dalle fronde degli alberi e ciò portava a numerosi benefici dal punto di vista ambientale. Gli alberi divenivano, così, l’habitat perfetto per gli uccelli, ovvero i predatori naturali di alcuni insetti responsabili di danneggiare i raccolti. Senza questi predatori, l’utilizzo di pesticidi si rende necessario per debellarli. La coltivazione all’ombra, inoltre, aiutava a non far disperdere l’acqua nel terreno.

La coltivazione al sole, sebbene più produttiva nel breve periodo, a lungo termine impoverisce il terreno, richiedendo un maggiore dispendio idrico (si stima che per produrre una tazza di caffè siano necessari almeno 110 litri d’acqua al giorno), nonché un uso sempre più intenso di pesticidi per eliminare i parassiti che devastano il raccolto.

Tornare ai metodi di coltivazione all’ombra ripopolando le foreste, potrebbe essere il primo passo verso una produzione più sostenibile nel lungo periodo. In questo modo si eviterebbe anche l’impatto economico sui produttori e, di conseguenza, sul consumatore finale. Bisogna tener presente che, come per l’oro e il petrolio, il prezzo del caffè viene stabilito dalla Borsa e non sempre è giusto a coprire costi di produzione, portando, inevitabilmente, a uno sfruttamento dei lavoratori da parte delle aziende produttrici.

Consumo e sostenibilità: come scegliere il caffè giusto ed evitare l’impatto ambientale

Per evitare l’impatto ambientale ed essere consapevoli di bere una tazza di caffè sostenibile, il consumatore può fare diverse cose. Innanzitutto scegliere di acquistare caffè con certificazioni Fair Trade biologici, ovvero caffè equosolidali che sostengono le coltivazioni sostenibili e aiutano a migliorare la vita dei coltivatori.

Prediligere l’acquisto di caffè presso piccole realtà aziendali, permette, inoltre, di avere un contatto più diretto con coloro che selezionano il caffè e, quindi, un maggior controllo sulla filiera. I marchi locali si affidano spesso a piccoli produttori che lavorano rispettando la terra e i lavoratori. E per gli amanti del cappuccino che preferiscono montare il latte a casa, perché non optare per un latte vegetale, così da ridurre ancora di più l’impatto ambientale della tazza di caffè?

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Un’altra scelta sostenibile è quella legata al vero e proprio consumo. Evitare le capsule in plastica, preferendo l’uso del caffè in polvere o delle cialde compostabili aiuta molto l’ambiente. È preferibile, inoltre, scegliere i bicchierini e le tazzine riutilizzabili per bere il caffè, anziché i prodotti usa e getta. In quest’ambito, ci auguriamo che la Direttiva 2019/904 dell’Unione Europea sulla SUP (Single Use Plastic), entrata in vigore lo scorso Gennaio 2022, aiuti nel ridurre la produzione e l’uso della plastica monouso, dannosa per il nostro pianeta.

Infine, una regola che vale per il consumo di qualsiasi altro prodotto: less is more. Ovvero bere meno, ma meglio. Il caffè ha un grosso impatto sul pianeta, quindi è bene che impariamo a dargli il giusto valore e gustarlo solo quando ne vale davvero la pena.

Food ESG Affairs

TM

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