Il processo, certificato dalla startup Authentico, con tutte le informazioni sulla filiera produttiva è accessibile attraverso un QR code su ogni vasetto. L’innovazione che parte dal Sud.
PAESTUM. Gli yogurt e i cremosi al latte di bufala dell’azienda agricola San Salvatore sono i primi certificati in blockchain. L’innovativo progetto, realizzato in collaborazione con Authentico, startup specializzata nella tutela e promozione del Made in Italy, consentirà ai consumatori di controllare tutti i passaggi della filiera. Il funzionamento del sistema di tracciabilità è semplice e intuitivo: il consumatore attraverso la scansione del QR-code presente su ogni vasetto può ottenere tutte le informazioni sui diversi passaggi del processo produttivo, dall’allevamento delle Bufale al confezionamento.
Lo yogurt è tra i prodotti immancabili nella dispensa tanto che entro il 2025 si prevede che supererà i 43 milioni di tonnellate contro i 354 milioni di kg di oggi (IRI, 2021), con un consumo pro-capite di circa 6 kg annui.
La certificazione è un modo per raccontare l’innovativo processo produttivo della filiera chiusa che caratterizza tutti i prodotti dell’azienda agricola San Salvatore e per differenziarsi sul mercato offrendo ai consumatori un valore aggiunto, quello della trasparenza.
Tutto comincia dai foraggi delle bufale, che sono in gran parte coltivati su terreni di proprietà. Questi, opportunamente arricchiti con semi di lino ricchi di Omega 3, per migliorare il benessere dell’animale, vengono somministrati alle oltre 750 capi che l’azienda conduce nei propri allevamenti dove ogni animale gode del massimo benessere possibile al fine di ottenere un latte di qualità superiore. Questo, dopo essere stato raffreddato in stalla, è trasportato in un furgone refrigerato nei locali di produzione dove, entro massimo 24 ore, viene trasformato in yogurt, con la sola aggiunta di fermenti lattici, confetture di nostra produzione o preparati a base di frutta, o in cremosi, tramite la miscelazione con panna, vaniglia, cacao o caffè.
«Il nostro obiettivo è certificare la filiera chiusa – spiega Antonello Ricco, CEO de La Dispensa di San Salvatore – in un solo vasetto abbiamo racchiuso tutta la bontà delle materie prime prodotte da noi a chilometro zero, ma stiamo lavorando anche ad altri progetti che rappresentano il perfetto connubio tra artigianalità e tecnologie industriali all’avanguardia. L’adozione della blockchain è nella direzione di offrire ai nostri clienti la massima trasparenza sulla filiera chiusa e il vero chilometro 0 e sull’ecosostenibilità sia in termini di autosufficienza energetica, che tramite una politica aziendale plastic free. I nostri vasetti in vetro e in terracotta, riciclabili e riutilizzabili, premiati a Cibus4Sustainability 2022. La vera sostenibilità parte dal riutilizzo».
«La certificazione in blockchain dello yogurt apre nuovi scenari nel mondo lattiero-caseario su cui gli italiani chiedono sempre maggiore trasparenza – spiega Pino Coletti, CEO di Authentico ed esperto di blockchain – Questi prodotti meritano di essere raccontati in un modo innovativo e vanno protetti dalle imitazioni. Grazie alla tracciabilità di filiera in blockchain guadagneranno un posizionamento a valore che spetta alle grandi eccellenze italiane»