L’alleanza tra Cibus di Fiere di Parma e Tuttofood di Fiera Milano “sarà un accordo di natura industriale, il dossier è all’attenzione degli azionisti. Il management ha già disegnato il percorso, bisogna vedere se gli azionisti sono interessati”. A riferirlo all’Adnkronos è Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, a margine della 21esima edizione di Cibus ripreso da Adnkronos. “L’accordo se si farà, è per cambiare lo scenario competitivo, per armonizzare l’offerta fieristica del settore food e in particolare di Cibus e di Tuttofood”.
L’idea è quella di “specializzare il posizionamento delle manifestazioni e fare in modo che Cibus resti la fiera di riferimento del made in Italy ed eventualmente Tuttofood si posizioni in un’ottica di competizione con le grandi fiere internazionali” spiega Cellie aggiungendo che “il problema è che sono fiere che non hanno espositori esteri, se si vuole fare un salto di qualità bisogna avere una presenza di italiani al 30-40% e il restante 60% esteri, ma per farlo devi diventare un competitor di Anuga e Sial”, le fiere internazionali dell’alimentazione rispettivamente di Colonia in Germania e di Parigi. Le fiere italiane attualmente sono “fiere distrettuali, il mondo viene a vedere cosa facciamo e trovano aziende di nicchia, anche sorprendenti. La caratteristica di Cibus è di incubare aziende piccole, le facciamo diventare medio grandi e a volte restano anche se non hanno bisogno della fiera ma vengono perché si riconoscono nel manifesto del made in Italy”.
Fiere di Parma è reduce dal successo del padiglione M-Eating Italy all’Expo di Dubai e il manager non nasconde la propria soddisfazione. “E’ stata un’esperienza fantastica che replicheremo probabilmente ai prossimi Expo perché consente di mettere a disposizione dei nostri espositori una piattaforma di relazioni. E’ un format che si autofinanzia con gli incassi degli sponsor della ristorazione, – conclude – funziona perché crea un ambiente privato per un espositore che vuole incontrare importatori o distributori”.