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L’hamburger vegano di Burger King identico a uno di carne. NYT: potrebbe dare una spinta decisiva alle startup dedicate all’alimentazione vegetariana

Sembra carne ma non è carne, “ha lo stesso identico sapore”. Presto da Burger King, una delle più famose catene di fast food del mondo, il commesso chiederà se preferite il Whopper in versione classica o “Impossible”, ovvero senza carne.

Il panino che ha reso famoso il marchio cambia faccia per tutti coloro che vogliono assaporare il sapore della carne senza mangiare carne. Un’impresa molto complessa, perlomeno fino ad oggi mai davvero soddisfacente per i carnivori duri e puri. Da qui, come viene spiegato sul sito ufficiale, è partita l’idea di creare una startup, Impossible Food, che si concentrasse nella produzione di una “non carne” che abbia, scientificamente, lo stesso sapore della vera carne.

Il segreto del successo sarebbe dovuto a una molecola chiamata heme, che, secondo la ricerca svolta da Impossible Food, sarebbe fondamentale per costruire nella nostra bocca il sapore della carne. “È una molecola essenziale – viene spiegato sul sito – che si trova in ogni pianta e animale vivente. Qui a Impossible Foods, heme viene prodotta direttamente dalle piante e setacciata dai migliori esperti americani in materia di sicurezza alimentare e riviste accademiche sottoposte a peer review. Abbiamo iniziato usando la proteina contenente heme che si trova nelle radici delle piante di soia. Si chiama sohem leghemoglobin”.

Cosa c’è dentro
“Abbiamo preso il DNA dalle piante di soia e l’abbiamo inserito in un lievito geneticamente modificato. Dopodiché facciamo fermentare questo lievito, in un modo molto simile a quello in cui viene prodotta la birra belga. Ma invece di produrre alcolici, il nostro lievito si moltiplica e produce un sacco di heme”.

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“Più buono e più nutriente dell’originale”, è lo slogan con il quale viene venduta l’idea vegetariana (ma anche ecosostenibile) di un hamburger; e la ricetta è esplicitata in maniera cristallina tra le FAQ: “Acqua, concentrato di proteine ​​di soia, olio di cocco, olio di girasole, aromi naturali, 2% o meno di: Proteina di patate, Metilcellulosa, Estratto di lievito, Destrosio colto, Amido alimentare modificato, Legemoglobina di soia, sale, Isolato di proteine ​​di soia, Tocoferoli misti (Vitamina E ), Zinco gluconato, tiamina cloridrato (vitamina B1), sodio ascorbato (vitamina C), niacina, piridossina cloridrato (vitamina B6), riboflavina (vitamina B2), vitamina B12”.

Una rivoluzione che potrebbe non solo influire sulle nostre scelte in tema di ristorazione o alimentazione ma che, anche secondo il New York Times, potrebbe dare una spinta decisiva sul mercato alle startup dedicate all’alimentazione vegetariana. D’altra parte, come dichiara lo stesso chief marketing officer di Burger King, Fernando Machado, “nei test dell’azienda fino ad ora, i clienti e persino gli impiegati non sono stati in grado di distinguere tra il vecchio Whopper e il nuovo”.

“Le persone della mia squadra, che conoscono il Whopper dentro e fuori, ci provano e fanno fatica a differenziare qual è uno e quale l’altro”. L’Impossible farà un giro di prova nei 59 ristoranti della catena nella zona di St. Louis, in alternativa al Veggie Burger, mai davvero apprezzato dal grosso della clientela, ma mai proposto in realtà in sostituzione di un panino a base di carne.

È questa infatti la vera sfida di Impossibile, come si evince chiaramente dalle parole del suo amministratore delegato Pat Brown: “Tutta la nostra attenzione è rivolta alla realizzazione di prodotti che offrano tutto ciò che gli amanti della carne apprezzano”.

L’ideale di Brown, 64 anni, ex studente della Stanford University, quando decise di investire nell’alimentazione alternativa, era quella di diminuire la dipendenza della filiera dalla zootecnia, ma si accorse presto che i consumatori avrebbero accettato un cambiamento solo se avessero avuto un prodotto che soddisfacesse la loro voglia di carne. È così che nel 2011 Brown fonda Impossible Food e comincia le sue ricerche cui risultati potranno essere direttamente testati nei fast food di tutto il mondo grazie a questo accordo storico con Burger King. (Fonte Agi)

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