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Dom. Nov 3rd, 2024

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una realtà. Si sta muovendo a piccoli passi in ogni settore e le prospettive future dicono che un giorno sarà sempre più presente nella vita di tutti i giorni. Anche nel mondo del cibo iniziano a vedersi le prime novità. Dall’aiuto nel fare la spesa alla creazione da zero di una nuova ricetta fino all’agricoltura e all’istruzione: di questo e molto altro si è parlato nell’ultima edizione di “Didacta” alla Fortezza da Basso di Firenze, come riporta FirenzeToday.

Proprio su questi temi è intervenuto Pierluigi Madeo, che oltre ad essere uno chef sempre al passo con i tempi, è anche consulente e formatore presso scuole private e pubbliche. “Educare le nuove generazioni su come l’intelligenza artificiale può influenzare il mondo del food è molto importante per gli anni che verranno. Non deve essere un qualcosa che spaventa, ma un aiuto concreto. Basti pensare che nel mondo dell’agricoltura l’IA ha sostituito potenti pesticidi e fertilizzanti con droni ad esempio. Ma anche nella produzione alimentare ci sta aiutando nel contenere gli sprechi”.

E a proposito di sprechi, anche a livello economico, una delle ultime novità è proprio quella di poter avere a disposizione della applicazioni che ci aiutano nel fare la spesa. Gli algoritmi infatti possono analizzare i valori nutrizionali degli alimenti, inclusi il contenuto calorico, i carboidrati, le proteine, i grassi, le fibre e le vitamine semplicemente scannerizzando un etichetta. Confrontando questi valori con le linee guida dietetiche e i requisiti nutrizionali personali, l’IA può valutare se un prodotto è sano o meno, e se può andar bene per la nostra dieta. Allo stesso tempo può esaminare recensioni, commenti e opinioni di esperti su prodotti alimentari da fonti affidabili come siti web specializzati, blog di nutrizione o pubblicazioni scientifiche.

“Pensiamo a quanto è diventato difficile fare la spesa nel 2024 – spiega Madeo -con etichette sempre più complicate da leggere. L’IA ci dà un’interpretazione di questi numeri, come riconoscerli, se basarsi esclusivamente su ciò che quell’etichetta ci dice oppure se basarci sulla propria esperienza o quella di altri”. La paura maggiore legata a questa nuova tecnologia è che un giorno possa sostituire l’essere umano. Un’impresa che ad oggi pare difficile in quanto le mani di una persona o la propria creatività, soprattutto in cucina, fanno ancora la differenza. “Durante il dibattito c’è stato qualche studente che ha sollevato questo dubbio. Io, da chef, ritengo che non dobbiamo avere paura ma anzi, dobbiamo sfruttare l’intelligenza artificiale come supporto. L’operatore può avere un compagno virtuale che gli semplifica alcune operazioni e velocizzarle. Ad esempio può indicare i giusti livelli di idratazione e di lievito in una pizza. Ma la mano dell’artigiano, per un prodotto di qualità, ci deve sempre essere”.

Le novità nel mondo del food passano inevitabilmente da quella che sarà anche la scuola del futuro. Già da qualche anno gli istituti si stanno adattando ai vari cambiamenti dettati dall’evoluzione della tecnologia. A prendere parte a questo dibattito sull’intelligenza artificiale insieme ai propri studenti anche una scuola fiorentina, l’istituto alberghiero Buontalenti. La sfida per gli anni a venire, secondo la preside Maria Francesca Cellai, deve essere quella di utilizzare l’intelligenza artificiale per cambiare un metodo d’insegnamento che ancora oggi è troppo anziano per i tempi che corrono.

“Per noi è molto importante abbracciare il campo dell’intelligenza artificiale – dichiara la preside del Buontalenti -, perché può nutrire la nostra mente ancora di più. Per questo c’è bisogno che la scuola non proceda lentamente, ma sia aperta al cambiamento. Anche perché i nostri giovani sono molto più bravi di noi in questo campo, perché sono nati nell’era digitale. In particolar modo nell’alberghiero, basti pensare che oggi una ricetta non la impari più su un libro, ma sul telefonino. Siamo immersi nell’intelligenza artificiale, è inutile che la scuola si tiri indietro”.

Ma come, nella scuola di tutti i giorni, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata da qui al futuro? “Nella personalizzazione e l’apprendimento in maniera principale. Specie in una scuola professionale come la nostra, è la leva strategica per il successo formativo di ciascuno. Bisogna quindi personalizzare l’apprendimento, non renderlo uguale per tutti, e in questo l’IA può venirci incontro. Poi nell’accesso alle risorse didattiche avanzate, come strumento ludico ad esempio. E’ dimostrato che attraverso il gioco il cervello apprende di più. Quindi se una lezione di cucina la faccio per esempio con una realtà aumentata, costruisco la teoria attraverso la pratica, e non il contrario. Per i ragazzi come i nostri, che pensano prima con le mani perché siamo in un alberghiero, è fondamentale”.

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