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La settimana italiana della cucina nel mondo apre con il record dell’export del cibo Made in Italy. Prandini: occasione per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco

Coldiretti

La settimana italiana della cucina nel mondo apre con il record dell’export del cibo Made in Italy che fa segnare un aumento dell’8% nei primi otto mesi del 2023 raggiungendo i 36,2 miliardi di euro in valore nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero in occasione della relativi della VIII edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo dal 13 al 20 novembre con il varo dell’Accademia della cultura enogastronomica italiana”, una iniziativa congiunta di Filiera Italia, Coldiretti e Campagna Amica con il Ministero degli Affari esteri per la conoscenza e la promozione del vero made in Italy alimentare nel mondo.

Uno strumento rivolto ai professionisti e agli operatori del food service, ma anche alle reti estere di rappresentanza e promozione del settore agroalimentare, dalle Università, alle più prestigiose scuole di cucina e alberghiere internazionali, ai buyer e operatori economici, alle ambasciate e reti camerali estere, per far conoscere il vero valore aggiunto dell’enogastronomia italiana, togliere spazio al falso Made in Italy e sostenere la crescita delle esportazioni. Una crescita che a fine 2023 – sottolinea la Coldiretti – porterà a superare i 60,7 miliardi dello scorso anno facendo segnare il massimo storico delle esportazioni agroalimentari nazionali.

Tra i principali paesi, la crescita più netta per il made in Italy a tavola si segnala in Francia con un aumento del 13,5% delle esportazioni alimentari davanti alla Germania (+11,3%) che resta comunque il principale mercato di sbocco mentre cresce la Gran Bretagna (+11,2%) e preoccupa il calo del 2,5% negli Stati Uniti che sono il principale mercato di sbocco fuori dai confini comunitari secondo Coldiretti. Tra i prodotti il re dell’export, anche se in leggera frenata, si conferma il vino, davanti a frutta e verdura fresca, ma nel paniere del made in Italy all’estero recitano un ruolo importante anche pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi.

“L’appuntamento della settimana della cucina italiana all’estero è anche una occasione per promuovere la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco con la mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy che offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani nel mondo dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’agropirateria” internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi”.

“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra sud e nord del paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro paese un danno in termini di minor opportunità di export. “Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice con il sostegno delle ambasciate. L’obiettivo – conclude Prandini – è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030”.

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