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Lun. Dic 2nd, 2024

“Noi vorremmo l’anno prossimo lanciare un’innovazione importante, ci stiamo lavorando, non abbiamo ancora deciso il mese in cui riusciremo a lanciarla. Da sempre siamo leader nell’innovazione e vogliamo nel 2024 accelerare su questo e farne un vettore di crescita per l’azienda. Stiamo parlando di un nuovo prodotto, i dettagli sono confidenziali ma sarà l’anno in cui lo lanceremo”. Così, intervistata da Adnkronos/Labitalia, Cristina Scocchia, ad di illycaffè, annuncia una novità nell’offerta per il nuovo anno.

“Noi continuiamo a essere ottimisti e a puntare sulla crescita internazionale. Vogliamo difendere la posizione competitiva che abbiamo in Italia e migliorarla ma al contempo stiamo spingendo molto sull’acceleratore sugli Stati Uniti da una parte e sulla Cina dall’altra”. Così, intervistatata da Adnkronos/Labitalia, Cristina Scocchia, ad di illycaffè, sugli obiettivi della multinazionale per i prossimi mesi.

“Sono -spiega- mercato molto grandi, gli Usa sono il primo mercato mondiale per il caffè e lì non abbiamo la quota di mercato che abbiamo nel nostro Paese e quindi la conquista di distribuzione sia del canale horeca sia del canale della gdo per noi è un’opportunità. La Cina anche è un mercato enorme, non per il caffè, che è piuttosto piccolo, ma noi sappiamo che i tassi di penetrazione in un mercato così ampio come quello cinese comunque costituiscono un’opportunità di business di rilievo”, aggiunge ancora.

“E quindi -sottolinea- vogliamo essere presenti anche in quel mercato dove abbiamo appena firmato un accordo di esclusiva con Chancemate. Noi ci mettiamo la conoscenza del mercato del caffè, loro ci mettono la conoscenza del mercato e della cultura cinese e pensiamo che sarà un matrimonio che darà buoni frutti”, conclude.

“Nel mercato mondiale del caffè permane una situazione critica. Ormai da due anni infatti la domanda di caffè supera l’offerta a causa del cambiamento climatico. Quello che stiamo osservando è un progressivo deterioramento del clima nei paesi produttori di caffè: si alternano gelate a periodi di siccità e ci sono quindi i microbioti che in un clima così altalenante crescono in maniera molto rapida e attaccano le piantagioni di caffè, soprattutto quelle di arabica. Addirittura da qui al 2050 si stima che metà dei terreni oggi utilizzati per piantagioni di caffè non saranno più utilizzabili per piantare caffè. Questo è un problema non solo economico ma anche umanitario se pensiamo a tutte le popolazioni di questi Paesi in via di sviluppo che vivono grazie appunto alle piantagioni di caffè”. Così, intervistatata da Adnkronos/Labitalia, Cristina Scocchia, ad di illycaffè, sulla situazione del mercato mondiale del caffè.

“Ci sono -spiega Scocchia- due grandi varietà di caffè che vengono usate per scopi alimentari: la robusta e l’arabica. La robusta, lo dice il nome, è una pianta che regge di più ma è meno prestigiosa perchè sono piante che hanno aromi meno sofisticati e quantità di caffeina più elevata. Invece l’arabica, che è di qualità più elevata, è una pianta che dura sei-sette anni a differenza della robusta che dura una ventina di anni”, sottolinea. “E queste piante di arabica sono molto colpite da questi microbioti che si stanno sviluppando in modo esponenziale a causa dei cambiamenti climatici. Quindi il problema che abbiamo è che se continua così tutte le informazioni a nostra disposizione protendono per confermarci che nel futuro la domanda di caffè sarà superiore all’offerta”, aggiunge.

Per Scocchia la strada per provare a invertire la tendenza è chiara: “Il futuro è l’agricoltura circolare e rigenerativa, è chiaro a tutti -sottolinea- che il modello di business attuale che sfrutta senza rigenerare è un modello che ha portato a situazioni di non ritorno. Per cui adesso bisogna agire auspicabilmente tante aziende insieme per andare a lavorare su questo, sulla sostenibilità, sull’agricoltura di precisione, sull’agricoltura circolare e rigenerativa. Noi siamo stati dei pionieri su questo, ci crediamo molto e ci investiamo molto da anni. Secondo noi è il futuro e speriamo di condividerlo con sempre più operatori”, conclude.

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