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I prodotti tipici dell’enogastronomia sono l’elemento trainante del turismo nei piccoli comuni e nei borghi

Agricoltura, ambiente, sostenibilità: è il filo verde del territorio che ha permesso la crescita di aree collinari e montane dal punto di vista turistico. Ma occorre fare sistema e, soprattutto, avere una strategia comune. Confagricoltura è impegnata in questa direzione, favorendo il dialogo e la collaborazione tra tutti gli stakeholder, valorizzando al contempo il lavoro delle aziende agricole che sono presidio per eccellenza di queste zone. 

Al Meeting di Rimini, nell’Agorà di Confagricoltura, si sono confrontate tre associazioni di riferimento su questi temi: Agriturist, la prima associazione del comparto agrituristico in Italia; la FEE, che con la Confederazione ha avviato il programma Spighe Verdi per premiare i Comuni rurali più virtuosi dal punto di vista della sostenibilità; e I Borghi più belli d’Italia, che associa 354 piccoli Comuni italiani.

“L’agriturismo italiano è un fenomeno studiato anche all’estero anche come modello economico che funziona.  – ha affermato Augusto Congionti, presidente di Agriturist – Sono oltre 25mila le aziende operative nel comparto, che ha avuto uno sviluppo enorme negli ultimi tempi: oltre il 60% dei Comuni italiani ne ospita almeno una. Quasi la metà offre almeno tre servizi e più di una su tre è condotta da una donna. Fondamentale e il ruolo dei prodotti enogastronomici”. 

“I prodotti tipici dell’enogastronomia tricolore sono l’elemento trainante del turismo nei piccoli comuni – ha confermato Fiorello Primi, presidente dell’associazione ‘I Borghi più belli d’Italia’. Un patrimonio riconosciuto a livello internazionale, che va accompagnato da adeguate politiche che permettano una crescita costante degli standard qualitativi per chi vive in queste realtà e chi le frequenta”.

“L’Italia non ha tutta la stessa velocità: il programma Spighe Verdi, che la FEE ha avviato con Confagricoltura e che quest’anno ha premiato 72 Comuni rurali, certifica l’impegno delle amministrazioni sotto vari punti di vista, da quello ambientale a quello ricettivo, fino a quello della partecipazione della comunità alla vita cittadina – ha detto il presidente della FEE, Claudio Mazza – Il percorso intrapreso conferma che si tratta di una strada giusta, capace di attirare sempre più Comuni verso finalità condivise”.

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Manca tuttavia una strategia comune e una visione pluriennale – è emerso dal confronto. – Di qui la necessità di unire le forze per permettere l’ulteriore sviluppo di un settore che rappresenta uno dei punti di forza del nostro Paese. 

Food ESG Affairs

TM

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