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Rigotti (Alleanza Cooperative): sulle etichette del vino no a terrorismo psicologico, ma informazione corretta per una migliore educazione al consumo

Luca Rigotti
Luca Rigotti

 Sul vino non si deve fare terrorismo psicologico, come invece nel caso dell’Irlanda, ma informazione corretta per una migliore educazione al consumo.

È netto il messaggio del coordinatore vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti nel suo intervento alla tavola rotonda “Vino fare sistema” svoltasi questo pomeriggio al Vinitaly, alla presenza del ministro degli esteri Antonio Tajani e del sottosegretario Patrizio La Pietra.

“Sull’indicazione in etichetta di calorie ed ingredienti e sull’inserimento di messaggi di avvertenza, – sottolinea Rigotti – ribadiamo la necessità che per i prodotti vitivinicoli si segua un approccio consapevole ed educativo, mai allarmistico”. Non solo: “Mentre le indicazioni nutrizionali e della lista degli ingredienti possono avere, se impostate nel modo corretto, un significato di trasparenza e di supporto alle scelte consapevoli da parte dei consumatori, ciò non può in alcun modo avvenire attraverso l’imposizione, come nel caso dell’Irlanda, di messaggi intimidatori da trasmettere al consumatore che non tengano in alcun conto la differenza tra consumo e abuso”, osserva.

Ricordiamo infatti che l’accordo raggiunto dal settore vitivinicolo con la Commissione Europea prevede l’indicazione in etichetta delle sole calorie, mentre l’indicazione degli altri valori nutrizionali e dell’elenco degli ingredienti potrà avvenire off-label. E in tema di “warning label” il coordinatore vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari ha le idee chiare: “Sono controproducenti in termini di educazione al consumo, e appaiono piuttosto come una sorta di ‘scarico di responsabilità’ da parte di chi le impone, preferendo questo approccio a quello più difficile di insegnare ed educare ad un consumo corretto e consapevole del vino”. Insomma: “ “Iniziative come quella irlandese mettono a repentaglio l’unitarietà dell’organizzazione comune di mercato, così come l’immagine di un prodotto dalla tradizione millenaria, simbolo della Dieta Mediterranea e del buon vivere”, conclude.

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