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Gio. Nov 13th, 2025

Mulino Bianco lancia ‘Buongrano’, primo biscotto italiano con farina da agricoltura rigenerativa

Mulino Bianco (gruppo Barilla) compie un passo decisivo nel proprio percorso di sostenibilità con il lancio di Buongrano, il primo biscotto in Italia certificato realizzato con il 100% di farina di grano tenero proveniente da agricoltura rigenerativa. Questo risultato segna l’inizio di una nuova fase nel progetto di lungo periodo dell’azienda, che punta entro il 2030 a utilizzare esclusivamente farina ottenuta da pratiche agricole capaci di rigenerare il suolo e tutelare la biodiversità.

Buongrano: gusto e responsabilità ambientale

Il lancio del nuovo Buongrano rappresenta un’evoluzione importante della Carta del Mulino, il disciplinare sviluppato da Mulino Bianco per promuovere standard innovativi nella coltivazione del grano tenero. Questo documento ha l’obiettivo di garantire la qualità delle materie prime, la tutela della biodiversità e la valorizzazione del lavoro agricolo. Con Buongrano, la Carta introduce un approccio fondato sull’agricoltura rigenerativa, capace di ridurre l’impatto ambientale in termini di emissioni di CO₂ e di restituire vitalità alla terra.

Il progetto, avviato nel 2018, ha permesso di trasformare la filiera della farina di grano tenero e oggi coinvolge la maggior parte dei prodotti Mulino Bianco. Buongrano, rinnovato nella ricetta e nella filosofia produttiva, unisce il piacere del gusto alla consapevolezza ambientale: nasce infatti da pratiche agricole verificate secondo il Regenerative Agriculture Standard di Food Chain ID, che favoriscono la salute delle piante, migliorano la fertilità del suolo e garantiscono la disponibilità di cibo per le generazioni future.

Un impegno concreto verso il 2030

Con il nuovo packaging dedicato, Buongrano diventa simbolo di un impegno che Mulino Bianco intende estendere all’intera gamma di prodotti. Entro il 2030, infatti, tutti i biscotti e prodotti da forno del marchio saranno realizzati con farina di grano tenero proveniente da agricoltura rigenerativa.

“Con Buongrano vogliamo scrivere un nuovo capitolo della nostra storia, investendo nella qualità delle materie prime e nella cura per l’ambiente,” ha dichiarato Laura Signorelli, Marketing Director Equity di Mulino Bianco. “L’obiettivo è far conoscere il valore dell’agricoltura rigenerativa e continuare a garantire ai consumatori la qualità di sempre, contribuendo al tempo stesso alla salute del pianeta.”

Agricoltura rigenerativa: il futuro parte dal suolo

L’agricoltura rigenerativa rappresenta un approccio olistico che mette al centro la salute del suolo e degli agroecosistemi. Attraverso pratiche come la rotazione colturale, la copertura vegetale nei periodi di riposo, la creazione di aree fiorite per gli insetti impollinatori, la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi e l’uso di tecnologie digitali per monitorare l’impatto delle coltivazioni, è possibile rigenerare la fertilità dei terreni, aumentare la biodiversità e migliorare i cicli dell’acqua.

Una filiera costruita con 1.800 agricoltori

La Carta del Mulino oggi coinvolge 48.000 ettari coltivati da 1.800 agricoltori, 14 mulini esterni, 70 centri di stoccaggio e il mulino di proprietà Barilla. Con l’edizione 2025, l’agricoltura rigenerativa diventa parte integrante del modello produttivo, con l’obiettivo di rafforzare gli agroecosistemi e valorizzare il lavoro agricolo attraverso formazione, innovazione digitale e nuove competenze.

I risultati sono già concreti: le emissioni di CO₂ sono diminuite del 7% all’anno rispetto all’agricoltura convenzionale (circa 9.500 tonnellate risparmiate ogni anno, equivalenti a 320 camion di CO₂), mentre 2.000 ettari di terreno sono stati destinati a fasce di biodiversità, favorendo un aumento del 40% degli insetti impollinatori nelle aree monitorate dall’Università di Bologna. Il monitoraggio della salute del suolo è affidato al sistema SOCRATE, che utilizza satelliti e intelligenza artificiale per misurare la sostanza organica, indicatore fondamentale della fertilità.

Partnership scientifiche per un’agricoltura responsabile

Il percorso verso l’agricoltura rigenerativa è sostenuto da una rete di collaborazioni con istituzioni e centri di ricerca come WWF Italia, CNR – IBE, Università di Torino, Università di Bologna e Università della Tuscia, oltre a partner tecnologici come XFarm e Open Fields, che validano le pratiche agricole e monitorano l’impatto ambientale.

“La salute del suolo è alla base della qualità del nostro grano e dei nostri prodotti,” ha spiegato Michele Zerbini, Soft Wheat & Flours Italy & Galliate Mill Purchasing Associate Director di Mulino Bianco. “Lavoriamo con partner, agricoltori e mulini per diffondere pratiche agricole rigenerative, migliorando la fertilità dei terreni, tutelando la biodiversità e valorizzando il lavoro lungo tutta la filiera.”

Eva Alessi, Head of Sustainability di WWF Italia, ha sottolineato l’importanza di questo percorso: “L’agricoltura rigenerativa rappresenta una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità. L’impegno di Mulino Bianco e del gruppo Barilla dimostra che è possibile coniugare produzione alimentare di qualità con il ripristino e la tutela degli ecosistemi, partendo proprio dal suolo.”

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