Un dazio del 107% sull’importazione di pasta italiana negli Stati Uniti rappresenterebbe un colpo durissimo per il Made in Italy agroalimentare, raddoppiando il costo di un piatto di pasta per le famiglie americane e aprendo la strada a prodotti “Italian sounding”. È l’allarme lanciato da Coldiretti dopo le recenti dichiarazioni provenienti da Washington, che minacciano di penalizzare uno dei simboli dell’eccellenza tricolore e di favorire le imitazioni a basso costo.
Secondo i dati diffusi dall’associazione, nel 2024 l’export di pasta italiana negli Stati Uniti ha raggiunto un valore record di 671 milioni di euro, confermando il mercato americano come uno dei più strategici per il settore. L’introduzione di un dazio di questa portata metterebbe a rischio anni di crescita, investimenti e relazioni commerciali, compromettendo la competitività delle imprese italiane e azzerando di fatto la presenza della pasta Made in Italy oltreoceano.
Coldiretti: necessario un intervento immediato di governo e Ue
“Si tratta di uno scenario che va scongiurato ed è fondamentale l’azione del Governo italiano, con i ministri Francesco Lollobrigida e Antonio Tajani, insieme all’ICE – Agenzia per la promozione all’estero – sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti –. Dobbiamo difendere e valorizzare l’intera filiera della pasta, negli Stati Uniti come in Italia, senza cedere alle pressioni e senza svendere uno dei prodotti simbolo della nostra tradizione.”
Prandini ha poi evidenziato la necessità di garantire un prezzo equo anche per il grano italiano, materia prima essenziale della filiera, e ha definito le accuse di dumping provenienti da Washington come “inaccettabili e strumentali al piano di Donald Trump di spostare la produzione negli Usa”.
Coldiretti chiede quindi un intervento deciso del Governo italiano e dell’Unione Europea per difendere un prodotto cardine della dieta mediterranea e proteggere lavoro, qualità e reputazione di un comparto agroalimentare che rappresenta l’Italia nel mondo.
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U.S. tariffs, Coldiretti: “A 107% duty would be a fatal blow to Italian pasta”
A 107% tariff on Italian pasta imports to the United States would deliver a devastating blow to the Made in Italy agri-food sector, doubling the cost of a plate of pasta for American families and paving the way for “Italian sounding” products. This is the warning from Coldiretti, which says such a measure would severely damage one of Italy’s most iconic exports and benefit low-quality imitations.
In 2024, exports of Italian pasta to the U.S. reached a record €671 million, confirming the American market as a key destination for the industry. A tariff of this magnitude would risk years of growth, investment, and trade relations, wiping out Italian pasta’s competitive position overseas.
Coldiretti calls for urgent action by the Italian government and EU
“This scenario must be avoided, and it is essential for the Italian government, with ministers Francesco Lollobrigida and Antonio Tajani, together with the Italian Trade Agency (ICE), to act decisively,” said Ettore Prandini, president of Coldiretti. “We must defend and promote the entire pasta supply chain both in the U.S. and in Italy, without giving in to pressure and without selling out one of our most symbolic products.”
Prandini also emphasized the need to guarantee fair prices for Italian wheat, the essential raw material of the supply chain, calling the U.S. dumping accusations “unacceptable and instrumental to Donald Trump’s plan to relocate production to the U.S.”
Coldiretti is urging the Italian government and the European Union to take strong action to defend this cornerstone of the Mediterranean diet and protect the jobs, quality, and reputation of a sector that represents Italy worldwide.

