Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ha ricevuto il Dottorato Honoris Causa in Scienze Umanistiche dall’Università di Messina, in una cerimonia solenne che ha evidenziato il valore culturale, filosofico ed ecologico della gastronomia.
Durante la Lectio Doctoralis, Petrini ha parlato di “un nuovo umanesimo” che rimetta al centro il legame tra uomo e natura, sottolineando come la gastronomia sia un sapere multidisciplinare che unisce cucina, agricoltura, ecologia, economia e antropologia. Ha ribadito il valore della biodiversità come dovere morale e il piacere di mangiare bene come diritto umano, concetti che fondano la visione alla base di Slow Food, dell’iniziativa Terra Madre e dell’Università da lui fondata nel 2004.
Durante l’evento, la Rettrice Giovanna Spatari ha ricordato come Petrini abbia “proiettato la cultura agroalimentare nell’agire sociale e nella politica”, mentre il prof. Giuseppe Giordano, nella sua Laudatio, lo ha definito “difensore del pianeta” e fautore di un approccio filosofico e sistemico al cibo.
Il riconoscimento arriva in un momento storico complesso, dove – come sottolineato anche nel saggio Il gusto di cambiare scritto da Petrini con Gaël Giraud – è urgente un dialogo intergenerazionale che coinvolga soprattutto i giovani nel costruire un sistema alimentare più giusto, sostenibile e inclusivo.
Petrini ha parlato di “intelligenza affettiva” e “austera anarchia” come pilastri del suo cammino, definendo il dottorato “non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio”, un invito a ripensare il rapporto con la terra, il cibo e la comunità, con “gioia, coscienza e coraggio”.
L’evento sottolinea ancora una volta il ruolo centrale dell’educazione alimentare e della sostenibilità ambientale nel costruire un futuro equo e consapevole, dove il diritto al piacere e il dovere verso la biodiversità camminano insieme