Notizie
Lun. Lug 14th, 2025

Un italiano su due segue una dieta sostenibile, ma c’è poca consapevolezza su etichette e sprechi

cibo sostenibile
immagine creata con ChatGPT

Più della metà degli italiani dichiara di seguire un’alimentazione sostenibile, principalmente intesa come salutare e rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, emerge una certa difficoltà nel considerare anche gli aspetti etici e sociali legati al cibo. A rilevarlo è l’indagine “Nutrizione sostenibile e lotta agli sprechi”, presentata a Roma e realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con EngageMinds Hub dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

L’analisi ha coinvolto 3.978 cittadini italiani tramite un questionario online, mappando le loro abitudini alimentari, il grado di consapevolezza rispetto agli impatti ambientali, l’utilizzo delle etichette e la fiducia nella comunicazione pubblicitaria. La ricerca intende promuovere modelli di consumo e produzione sostenibili, puntando su un cambiamento prima individuale, poi collettivo, con l’obiettivo di aumentare il livello di partecipazione civica.

Etichette poco lette e conoscenze nutrizionali limitate

Il dato che sorprende maggiormente è che l’80% degli italiani non conosce la corretta ripartizione calorica di una dieta bilanciata, e uno su dieci non ha alcuna intenzione di cambiare abitudini, anche se dannose. Le etichette alimentari risultano poco utilizzate: solo il 20% dei consumatori le consulta frequentemente durante la spesa, un dato che sale al 27% tra i cittadini definiti “attivi”, ossia più coinvolti nelle attività promosse da Cittadinanzattiva.

Le difficoltà principali? Testi troppo piccoli o difficili da comprendere, una barriera che ostacola l’accesso a informazioni fondamentali per compiere scelte consapevoli.

Lo spreco alimentare preoccupa, ma gli alimenti upcycled restano sconosciuti

In tema di spreco alimentare, il 50% dei cittadini afferma di ridurre gli scarti in casa, percentuale che sale al 56% tra i cittadini attivi. I comportamenti più diffusi per contenere gli sprechi sono l’attenzione alle scadenze dei prodotti (63%) e l’acquisto calibrato (49%).

Nonostante questa sensibilità, resta molto bassa la conoscenza degli alimenti upcycled, ovvero realizzati con ingredienti o sottoprodotti recuperati e trasformati in cibo di qualità. Solo il 18% del campione conosce questo concetto, che sale al 30% tra i più informati. Un settore in crescita, già protagonista di progetti come quelli promossi dalla Water Defenders Alliance, di cui Coop fa parte, per un’agricoltura circolare e a spreco zero.

Comunicazione pubblicitaria nel mirino: il 40% diffida

La comunicazione gioca un ruolo chiave nel rapporto tra consumatori e sostenibilità. Ben quattro italiani su dieci dichiarano di aver messo in dubbio le affermazioni pubblicitarie su prodotti sostenibili o salutistici. La percentuale sale al 61% tra i cittadini più attivi. Questo evidenzia la necessità di una comunicazione trasparente ed efficace da parte delle aziende per guadagnare fiducia e supportare scelte consapevoli.

Il consumatore vuole contare di più nel sistema agroalimentare

Se da un lato il 47% degli italiani si percepisce ancora come un soggetto passivo, dall’altro oltre il 70% è convinto che le scelte individuali possano davvero influire sull’offerta di mercato e sull’impatto ambientale del cibo. È un segnale importante, che rivela il desiderio di protagonismo del consumatore nel sistema agroalimentare.

In questa direzione, si muove anche Slow Food, che da anni promuove l’idea di un consumatore trasformato in “co-produttore” grazie a scelte consapevoli che premiano filiere etiche e sostenibili.

Distributori più coinvolti nella lotta agli sprechi

Il ruolo della grande distribuzione è centrale nella filiera alimentare. Secondo gli intervistati, i distributori dovrebbero:

  • Adottare programmi per la riduzione degli sprechi e la donazione degli alimenti invenduti (35%)
  • Fornire informazioni pratiche ai consumatori su come evitare sprechi (32%)
  • Supportare la raccolta differenziata attraverso punti di raccolta specifici (32%)
  • Promuovere prodotti a impatto zero e di qualità (32%)

Un impegno condiviso anche da diverse catene della GDO che negli ultimi anni hanno avviato progetti contro lo spreco e a favore dell’economia circolare.

Le voci degli esperti: serve più informazione e partecipazione

“I cittadini più coinvolti sono anche quelli più consapevoli e pronti a cambiare – spiega Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva –. Ma è fondamentale investire nella sensibilizzazione e nel coinvolgimento civico, affinché il cittadino diventi protagonista del cambiamento e non solo destinatario di messaggi”.

Dello stesso parere Guendalina Graffigna, direttore dell’EngageMinds Hub: “I consumatori si interrogano sulle conseguenze ambientali, salutistiche e etiche delle loro scelte. Chi partecipa attivamente a iniziative di sensibilizzazione è più informato, critico e pronto alla collaborazione con gli attori del sistema agroalimentare”.

Chiude il cerchio Carlo Alberto Pratesi, presidente dell’European Institute of Innovation for Sustainability (Eiis): “La sostenibilità richiede nuovi prodotti, processi e comportamenti, ma anche una comunicazione chiara. Solo così i consumatori potranno valorizzare con le loro scelte le aziende che innovano responsabilmente”.

Il progetto Nutrizione sostenibile e lotta agli sprechi è stato realizzato con il contributo non condizionato dell’Unione Italiana Olio di Palma Sostenibile, in collaborazione con EngageMinds Hub e con il sostegno operativo di Cittadinanzattiva. Una fotografia utile per capire dove siamo, ma soprattutto dove possiamo ancora arrivare.

Related Post