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Gio. Nov 13th, 2025

Perchè vietare i termini “burger” e “salsiccia” per i prodotti vegetali? I consumatori sanno cosa mangiano

Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo dell’emendamento che propone di vietare l’uso di termini associati alla carne per i prodotti a base vegetale, il Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food esprime forti perplessità. Un provvedimento che, pur non essendo ancora legge e in attesa di completare l’iter legislativo, appare poco chiaro e rischia di generare confusione in un consumatore che, invece, sa perfettamente cosa sceglie di acquistare e consumare.

Secondo Unionfood, il testo approvato contiene diverse contraddizioni e passaggi ambigui. Nell’elenco dei prodotti citati, ad esempio, compaiono denominazioni come “tuorli” e “albumi d’uovo”, che nulla hanno a che vedere con lavorazioni come “burger” o “hamburger”. Una formulazione che, paradossalmente, può disorientare un consumatore informato, come dimostrano i dati di AstraRicerche: il 79,3% degli acquirenti di prodotti vegetali legge attentamente le etichette (percentuale che sale al 92% tra i consumatori abituali), mentre 8 su 10 le giudicano chiare, comprensibili e veritiere.

Le aziende aderenti a Unione Italiana Food comunicano i propri prodotti in modo trasparente, nel pieno rispetto delle norme, utilizzando denominazioni chiare e autoesplicative che consentono di identificare facilmente sugli scaffali i prodotti vegetali, senza rischi di confusione.

Tuttavia, se la norma dovesse entrare in vigore, a essere penalizzate sarebbero le 7 famiglie italiane su 10 (69%), pari a 17,7 milioni di nuclei familiari, che oggi acquistano regolarmente prodotti a base vegetale. Questi consumatori si troverebbero di fronte a nuove denominazioni più complesse e meno immediate.

Le conseguenze riguarderebbero anche le aziende del settore plant-based, chiamate a sostenere costi ingenti per modificare etichette, packaging e materiali di comunicazione.

Unionfood sottolinea infine come il comparto dei prodotti a base vegetale rappresenti una risposta concreta alla crescente domanda di un’alimentazione più consapevole, equilibrata e sostenibile, in linea con i nuovi stili di vita e le scelte etiche dei consumatori.

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