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Mar. Lug 8th, 2025

I surgelati protagonisti nella lotta allo spreco alimentare

Tra i principali alleati contro lo spreco alimentare domestico ci sono i prodotti surgelati. A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio internazionale Waste Watcher – Campagna Spreco Zero per IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati: dei 667,4 grammi di cibo gettato via ogni settimana dagli italiani, solo il 2,2% è rappresentato da alimenti surgelati.

In Italia, nonostante una crescente attenzione verso la sostenibilità, lo spreco alimentare continua ad aumentare. Ogni cittadino, infatti, butta via in media 667,4 grammi di cibo a settimana, un dato in crescita del +17,9% rispetto ai 566,3 grammi registrati a gennaio 2024. In soli cinque anni, lo spreco settimanale è cresciuto di quasi 140 grammi, portando il nostro Paese a livelli simili a quelli della media europea.

I surgelati rappresentano solo il 2,23% dello spreco settimanale

Secondo lo studio realizzato per IIAS da Waste Watcher, i surgelati rappresentano appena 14,9 grammi su 667,4 grammi settimanali di spreco alimentare, ovvero solo il 2,23%. Questo grazie alla loro lunga durata, alla porzionatura ottimale e alla riduzione dei consumi di acqua ed energia in fase di preparazione. Il tutto si traduce in una maggiore sostenibilità anche economica.

Come sottolinea Andrea Segrè, Direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher, “lo spreco non è solo un comportamento sbagliato, ma un indicatore di fragilità culturale ed educativa. Serve un’educazione alimentare più efficace, un’attenzione maggiore all’etichettatura e l’accesso a soluzioni tecnologiche che rendano il freezer un vero e proprio centro di riserva alimentare sostenibile”.

I surgelati: soluzione anti-spreco per eccellenza

Giorgio Donegani, Presidente di IIAS, evidenzia che in un Paese come l’Italia, dove il food waste è in crescita a doppia cifra nel 2025, i prodotti surgelati offrono un’alternativa concreta per ridurre gli sprechi. “Con lo spreco mondiale si potrebbe nutrire un terzo della popolazione globale. I surgelati aiutano non solo a ridurre lo spreco domestico, ma anche quello lungo tutta la filiera, ottimizzando l’uso delle risorse e contenendo le emissioni”.

Consumi in crescita, spreco stabile

La ricerca AstraRicerche 2024 conferma che, negli ultimi cinque anni, quattro italiani su dieci hanno aumentato il consumo di surgelati, ma il livello di spreco è rimasto stabile: dal 2,37% del 2021 al 2,23% del 2024. La loro lunga conservabilità, la riduzione del consumo d’acqua per il lavaggio e i tempi di cottura ridotti li rendono una scelta intelligente anche dal punto di vista ambientale.

Donegani propone anche un ripensamento del Decreto 10 marzo 2020 sui Criteri Ambientali Minimi, che limita l’uso dei surgelati nei contratti pubblici di ristorazione collettiva, e dell’obbligo dell’asterisco nei menù per indicare l’uso di ingredienti surgelati, definendolo un retaggio anacronistico.

I surgelati tra i cibi meno sprecati

Frutta e verdura fresche si confermano tra i cibi più sprecati (26,82 gr e 23,89 gr a settimana), mentre i surgelati si posizionano tra i meno sprecati con soli 14,9 grammi settimanali, il 37,6% in meno rispetto alle verdure fresche e il 17,4% in meno rispetto ai vegetali conservati.

L’indagine rivela anche significative differenze geografiche: nel Nord Italia lo spreco di surgelati è del 16% inferiore rispetto alla media nazionale (12,5 gr settimanali). Le famiglie con figli sprecano l’11% in meno, il ceto medio e medio-basso si attestano su un -7/8%, e chi vive nei piccoli centri o nelle grandi città spreca rispettivamente l’8% e il 5% in meno.

Cause dello spreco: organizzazione e conservazione

Ben il 34% degli italiani dichiara di non buttare mai via i prodotti surgelati. Quando lo spreco avviene, le cause principali sono legate a disorganizzazione e problemi di conservazione: dimenticanza delle scadenze (22%), cattiva conservazione (21%), mancanza di spazio nel freezer (20%) e interruzioni della catena del freddo (16%).

Solo il 14% degli intervistati afferma di gettare via surgelati ogni 3-4 mesi, mentre il 59% lo fa più raramente. Donegani precisa che molti consumatori fraintendono le indicazioni in etichetta: il TMC (“da consumare preferibilmente entro”) consente comunque il consumo anche oltre la data indicata, trattandosi di prodotti non deperibili.

Quattro profili di consumatori tra spreco e risparmio

L’indagine di Waste Watcher individua quattro profili principali di consumatori in base al loro rapporto con i surgelati:

Distratti Organizzati (16,6%): giovani coppie under 35, laureati, residenti al Sud. Spreco leggermente superiore alla media per scarsa gestione del freezer.

Custodi del Freezer (34,1%): over 60, principalmente al Nord, single o coppie senza figli. Sono i più attenti e spreconi solo in casi eccezionali.

Congelatori Cronici (36,3%): adulti 35-54 anni, con figli e buon livello d’istruzione. Conservano molto ma sprecano per dimenticanze.

Spreconi Inconsapevoli (13%): giovani con basso livello d’istruzione, appartenenti a fasce sociali fragili. Spreco elevato per mancanza di consapevolezza e strumenti adeguati.

I surgelati riducono anche lo spreco economico

Secondo una recente analisi di AstraRicerche per IIAS, i surgelati risultano convenienti anche dal punto di vista economico. Analizzando cinque prodotti simbolo (fagiolini, patate fritte, filetti di merluzzo, paella), emerge un risparmio netto rispetto ai corrispettivi freschi.

I filetti di merluzzo freschi costano il 49% in più rispetto ai surgelati, con un picco del 60% se si considera anche lo spreco.

I fagiolini freschi, da pulire e tagliare, hanno un “valore economico” superiore del 53% rispetto a quelli surgelati.

La paella fresca costa il 246% in più rispetto alla versione surgelata.

Questi dati dimostrano che i surgelati non solo contribuiscono a una cucina più sostenibile, ma anche a un risparmio concreto in termini di denaro, tempo e risorse.

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