Ogni secondo nel mondo vengono gettati via l’equivalente di quasi 12mila pasti, con conseguenze drammatiche non solo dal punto di vista economico e ambientale, ma anche etico, considerando il crescente numero di persone che soffrono la fame. Secondo le stime della Fao, il cibo perso e sprecato ogni anno potrebbe sfamare 1,26 miliardi di persone. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che sulla base di un’analisi dei dati Unep diffusa in occasione della Giornata contro lo spreco alimentare, il 5 febbraio, denuncia un fenomeno in costante crescita.
Coldiretti lancia l’allarme sullo spreco alimentare
Secondo le elaborazioni del Centro Studi Divulga, ogni anno oltre 1,7 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate o perse, per un valore economico che sfiora i 4.500 miliardi di dollari a livello globale. Si tratta di circa un terzo dei 6 miliardi di tonnellate di cibo disponibile. La maggior parte degli sprechi avviene nelle abitazioni e nelle fasi finali della filiera, con 1,05 miliardi di tonnellate di alimenti buttati, contro i 666 milioni di tonnellate sprecati nella produzione primaria e nell’industria.
Un terzo del cibo disponibile finisce tra i rifiuti
Nell’ultimo anno, Coldiretti segnala un aumento dell’8% del costo economico dello spreco alimentare, accompagnato da una crescita del 6,6% nei volumi complessivi. Se da un lato agricoltura e industria alimentare hanno ridotto le perdite del 2,2%, dall’altro si registra un incremento degli sprechi domestici e nelle fasi finali della filiera, come distribuzione e ristorazione, con un aumento del 13%. Se non si interverrà con misure concrete, il Centro Studi Divulga prevede che entro il 2033 il problema potrebbe aggravarsi, con un aumento di 230 milioni di tonnellate di cibo sprecato.
Squilibri alimentari e crisi dei sistemi locali
A contribuire al problema è anche il modello attuale di distribuzione delle risorse alimentari, che penalizza i sistemi agricoli locali basati sull’agricoltura familiare. In molte aree del mondo, questi sistemi non riescono più a garantire una produzione e distribuzione adeguata per nutrire una popolazione in crescita, soddisfare le esigenze nutrizionali e garantire un accesso equo al cibo in modo sostenibile.
Per affrontare la fame e l’insicurezza alimentare è nata la World Farmers Markets Coalition, una rete di mercati contadini promossa da Campagna Amica e Coldiretti. Creata tre anni fa con il coinvolgimento di sette associazioni su diversi continenti, oggi la coalizione conta oltre settanta organizzazioni in 60 Paesi, con 20.000 mercati, 200.000 famiglie agricole e più di 300 milioni di consumatori.
L’obiettivo è rafforzare la filiera corta e sostenere l’agricoltura familiare, promuovendo il consumo di prodotti locali e migliorando le condizioni di vita degli agricoltori, con particolare attenzione alle donne e ai giovani. Un impegno concreto per ridurre lo spreco e garantire un futuro più sostenibile per l’intero sistema alimentare globale.