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Sab. Dic 7th, 2024

“Negli Stati Uniti preferiamo chiamarli ‘low sugar’ piuttosto che ‘low alcohol’.” Così Randy Ullom, enologo e vicepresidente di Jackson Family Wines, descrive il diverso approccio pragmatico e meno ideologico con cui si guarda al tema dei vini dealcolati, rispetto alla percezione che si ha in Italia.

Alla fiera Simei di Milano, organizzata dall’Unione Italiana Vini (Uiv) e leader mondiale per le tecnologie enologiche e delle bevande, le attrezzature per la dealcolizzazione stanno registrando un interesse crescente, anche da parte dei 70 buyer statunitensi presenti, rappresentanti di grandi aziende vinicole come Constellation Brands, Francis Ford Coppola e Jackson Family Wines, colosso che opera anche in Europa, Sud America e Australia. A sottolineare l’interesse statunitense è anche David Crippen, direttore della produzione di Bear Creek Winery, una delle principali aziende vinicole a conduzione familiare degli Stati Uniti, venuto a Simei per approfondire l’offerta italiana di macchinari per la dealcolazione: “Gran parte delle nostre attrezzature sono italiane – ha affermato – e il miglioramento della qualità dei vini italiani negli ultimi 40 anni è probabilmente anche merito di queste tecnologie.”

La tendenza verso il “Nolo” (no e low alcohol) si conferma a Simei, dove l’offerta italiana di tecnologie per il vino ha incontrato un crescente interesse internazionale, nonostante il divieto alla dealcolazione in Italia sia ancora in vigore. Tra le novità presentate in fiera, spicca “Libero”, un sistema innovativo di dealcolazione a ciclo continuo sviluppato da Omnia Technologies, pensato per rendere accessibile a tutti il gusto del vino senza la componente alcolica. “Abbiamo registrato un interesse senza precedenti, specialmente da Spagna, Grecia e Stati Uniti,” hanno dichiarato dall’azienda italiana, che conta oltre 400 ingegneri e tecnici in 39 sedi. Anche i produttori italiani mostrano curiosità, sebbene limitati dalle attuali restrizioni normative. Albano Vason, presidente di Vason, azienda storica nel settore delle tecnologie enologiche, ha confermato l’aumento della domanda internazionale: “Il mercato esiste e in soli due anni l’interesse è esploso. Ma se l’Italia potesse competere alla pari, i benefici per il settore sarebbero notevoli.” Tra i prodotti in mostra spicca anche il “Master Mind Remove” (MMR), una macchina per la dealcolazione pensata anche per cantine di dimensioni ridotte.

A Milano, il tema dei vini dealcolati domina la discussione. Alessio Del Savio, consigliere delegato di Mionetto, ha spiegato come la domanda sia in crescita: “Grazie alla nostra controllante tedesca Henkel, lo scorso anno abbiamo prodotto e venduto 2 milioni di bottiglie di spumante dealcolato. Quest’anno abbiamo raddoppiato, raggiungendo i 4 milioni di bottiglie, vendute principalmente in Germania, negli Stati Uniti, nei Paesi nordici e nell’Est Europa.”

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