Il Made in Italy agroalimentare perde terreno sotto la pressione dei dazi Usa: ad agosto le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono crollate del 22% rispetto allo stesso mese del 2024, con una perdita di 126 milioni di euro in soli trenta giorni. Lo dice l’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani, analizzando i dati diffusi oggi dall’Istat.
Appare chiaro un trend negativo che va consolidandosi. Da aprile, infatti, le vendite oltreoceano sono in calo per il terzo mese consecutivo, dopo anni di crescita costante. Tra giugno e agosto le perdite superano già i 210 milioni di euro.
Ma questo rallentamento -avverte l’Ufficio Studi di Cia- si riflette anche sull’andamento complessivo del 2025. Nei primi otto mesi, la crescita annua dell’export agroalimentare tricolore verso gli Usa si è di fatto azzerata, contro l’incremento del 19% registrato nello stesso periodo del 2024. In termini assoluti, questo vuol dire che, mentre tra gennaio e agosto 2024 l’aumento tendenziale delle esportazioni era stato di 802 milioni di euro, nello stesso periodo del 2025 è stato solo di 1 milione di euro.
“I dazi Usa, uniti al cambio euro/dollaro sfavorevole, stanno colpendo il nostro export di qualità, mettendo in difficoltà migliaia di imprese agroalimentari -ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Bisogna muoversi con tempestività e determinazione, agire con prontezza per salvaguardare anni di lavoro e di presenza costruita sul mercato americano”.
Allarme Coldiretti
L’applicazione dei dazi al 15% imposti dagli Stati Uniti fa crollare l’export agroalimentare italiano, che ad agosto segna un calo del 23% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Lo rileva un’analisi Coldiretti su dati Istat del commercio estero, secondo cui il primo mese di applicazione delle nuove tariffe conferma le previsioni negative, con i settori del vino e dei prodotti di punta particolarmente penalizzati. Per il comparto vitivinicolo, in particolare, si stima una contrazione superiore al 30%.
Nei primi otto mesi del 2025, l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti ha raggiunto un valore di oltre 5 miliardi di euro, in linea con lo stesso periodo del 2024 ma con un andamento fortemente altalenante. Dopo un primo trimestre positivo, con una crescita media dell’11%, le esportazioni hanno iniziato a rallentare con l’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi: +1,3% ad aprile, +0,4% a maggio, -2,9% a giugno, -10% a luglio fino al -23% di agosto.
Il peggioramento coincide con l’aumento delle tariffe dal 10% al 15%, che ha di fatto azzerato la crescita. Saranno i prossimi mesi a chiarire se si tratta di un calo strutturale o di una fase di assestamento temporanea.
Secondo un rapporto Coldiretti/Censis, l’81% degli italiani ritiene necessario che l’Unione Europea riapra le trattative con l’amministrazione statunitense per ottenere esenzioni dai dazi nei settori chiave, come quello del vino. Inoltre, il 79% dei cittadini chiede una maggiore incisività da parte delle istituzioni europee nei negoziati futuri, ritenendo che un atteggiamento troppo morbido abbia penalizzato imprese e comunità locali.



Uiv: export vino in stallo, -28% tra luglio e agosto
L’allarme arriva anche dall’Unione Italiana Vini (Uiv), che registra un forte rallentamento dell’export vinicolo verso gli Stati Uniti nel bimestre luglio-agosto, con un calo del 28% in valore nonostante gli sconti medi del 17% applicati dai produttori per compensare l’impatto delle tariffe. Secondo l’Osservatorio Uiv, il trend a valore è passato dal +12,5% del primo trimestre al -3% nei primi otto mesi del 2025, con un crollo del 26% a luglio e del 30% ad agosto, primo mese pienamente soggetto ai nuovi dazi. Le prospettive per settembre, sulla base dei dati provvisori della Commissione Ue (DG Taxud), indicano una possibile ulteriore contrazione a doppia cifra.
“Come previsto – commenta il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi – i dazi e la debolezza del dollaro hanno inciso sull’andamento del mercato. I consumi statunitensi erano già in calo e la crescita delle scorte non poteva durare a lungo. Ora le imprese devono guardare al medio-lungo periodo, puntando su efficienza, managerialità e promozione sui mercati esteri, a partire dagli Stati Uniti nella fase di stabilizzazione”.
Frescobaldi richiama inoltre il ruolo delle istituzioni, auspicando che la prossima legge di bilancio destini maggiori risorse alla promozione del vino italiano attraverso Ice Agenzia.
Secondo l’Osservatorio Uiv, il saldo export verso i Paesi extra Ue nei primi otto mesi dell’anno registra cali superiori al 3% in valore e al 4% in volume. Le flessioni più marcate riguardano Cina (-27%), Russia (-26%), Giappone (-5%), Svizzera (-3%) e Regno Unito (-2,5%). In controtendenza il Canada, che segna un incremento del 10,5%.

