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Le Dop Casciotta d’Urbino, Piave e Provolone Valpadana unite in un progetto per salvare l’occupazione dei territori svantaggiati e a rischio di spopolamento

Tre Dop italiane si uniscono per una grande operazione di difesa culturale e sociale. Sono la Casciotta d’Urbino Dop (Marche e provincia Rimini – Emilia Romagna) il Piave Dop (provincia Belluno – Veneto) e il Provolone Valpadana Dop (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Provincia autonoma di Trento). Fiori all’occhiello dell’agroalimentare italiano, le Dop svolgono un ruolo chiave nel panorama del Made in Italy italiano ed europeo con un valore di produzione di circa 5,2 miliardi e 8,6 miliardi di valore al consumo (Ismea Qualivita). Insieme ai Formaggi con numeri che vanno a contribuire fortemente al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale, le Dop sono importantissime per la tutela della sostenibilità ambientale ma si trovano oggi ad affrontare sfide sempre più complesse, fondamentali per evitare la dispersione di valore e ricchezza e il drastico spopolamento dei territori.

Ieri i Consorzi di Casciotta d’Urbino, Piave e Provolone Valpadana, nella sala stampa di Montecitorio, hanno rafforzato questa unione nonchè il rilancio di una zootecnia che li veda di nuovo protagonisti di un percorso di rivitalizzazione dei territori e delle aree interne, sempre più interessate da desertificazione economica, culturale e sociale. L’unione avviene sotto l’egida di Aecis, l’Associazione Europea di Cultura Innovazione e Sostenibilità, il cui principale obiettivo è quello di cogliere la sfida della transizione verso sistemi alimentari sostenibili, come peraltro indicato dalla strategia UE “Farm to Fork” al centro del Green Deal europeo. L’associazione si propone di sviluppare una serie di azioni, a carattere divulgativo, formativo, scientifico, che abbiano come denominatore comune la correlazione tra lo sviluppo del sistema dei regimi di qualità europei e la capacità effettiva delle filiere agroalimentari di implementare principi e pratiche quotidiane di sostenibilità, anche misurandone la relativa attuazione.

Con la moderazione del giornalista e scrittore Carlo Cambi, sono intervenuti il Presidente di Aecis Libero Giovanni Stradiotti, Presidente del Consorzio Tutela Casciotta d’Urbino Dop, Gianluigi Draghi, Modesto De Cet, Presidente Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop, il Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, Giovanni Guarneri e Mirco Carloni, Presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

La scelta di presentare questa collaborazione a Montecitorio non è casuale. E’ infatti da poco stata approvata una norma che va incontro alle istanze degli allevatori nonché degli imprenditori agricoli. Si tratta della legge innovativa per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo di cuiMirco Carloni, Presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, è primo firmatario: una riforma strutturale che stanzia 156 milioni di euro dal 2024 al 2029 e 27,76 milioni annui dal 2030. La legge vuole promuovere e sostenere l’imprenditoria giovanile, under 41, nel settore agricolo e rilanciare il sistema produttivo con interventi atti a favorire l’insediamento e la permanenza dei giovani e il ricambio generazionale nel settore. “La voglia di mettersi in gioco e le competenze dei giovani sono la via per recuperare efficienza e competitività nel settore primario – dichiara il Presidente Mirco Carloni – Per questo la Legge prevede una serie di misure come un regime fiscale agevolato per il primo insediamento delle imprese giovanili in agricoltura, agevolazioni in materia di compravendita di fondi rustici, la concessione di un contributo, sotto forma di credito d’imposta, per le spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione, agevolazioni fiscali per l’ampliamento delle superfici coltivate e un diritto di prelazione nelle procedure di alienazione e locazione. L’obiettivo è valorizzare la figura dell’agricoltore: la presenza nelle aree interne di aziende agricole, di cui le Dop sono massima espressione, rappresenta uno strumento fondamentale per preservare l’identità culturale di quei territori e per garantirne lo sviluppo socioeconomico”.

Il Presidente di Aecis Libero Giovanni Stradiotti ha dichiarato “L’associazione ha inoltre condiviso l’approccio fornito dall’Osservatorio del Benessere Animale che ha fondato il “primo sindacato per animali lavoratori”, assimilando le mucche a veri e propri soggetti in grado di apprezzare il miglioramento dell’ambiente di lavoro (la stalla) ed alla continua ricerca di una particolare attenzione anche alla socialità ed alla condivisione degli spazi, come pure al rapporto tra genitrice e vitello. Questo clima rinnovato tra uomo ed animale favorisce il miglioramento della materia prima, che genera anche un prodotto finale di miglior qualità”.

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Il Consorzio della Casciotta d’Urbino Dop è all’interno di un progetto integrato di filiera agroalimentare, fondato sui valori della cooperazione, “che ambisce – ha affermato il Presidente Gianluigi Draghi – a rendere efficienti e innovative le aziende zootecniche nonché per mantenerle nei territori e di conseguenza preservare l’occupazione, perché se restano le aziende rimangono in vita i servizi, da quelli sociali, sanitari e culturali a quelli digitali. Così la cooperazione diviene volano di attività in aree che rischierebbero di scomparire. Le aziende agricole in questi territori svolgono, inoltre, una fondamentale funzione di presidio e di difesa del suolo contro le minacce dai fenomeni di dissesto idrogeologico, che si stanno verificando sempre più con maggiore frequenza proprio a causa dell’abbandono dei terreni agricoli”.

“La provincia di Belluno – è intervenuto Modesto De Cet, Presidente Consorzio Tutela Formaggio Piave Dop -è attraversata da un doppio fenomeno di spopolamento a causa della crisi demografica e per le importanti migrazioni degli ultimi anni fuori provincia. La presenza di attività produttive legate alla filiera del Piave Dop ha un’importanza rilevante in questo contesto socio demografico: mantiene attiva la presenza dell’uomo e consente il ricambio generazionale, migliora il contesto paesaggistico altrimenti in lento degrado e mantiene in equilibrio il delicato ecosistema montano. A queste misure di salvaguardia si uniscono una serie di buone pratiche economiche, culturali e sociali: primo fra tutti garantire un reddito dignitoso per gli allevatori, la promozione delle antiche tradizioni locali e del made in Italy in tutto il mondo”.

Nel 2023 è partito il progetto Connessioni del Provolone Valpadana (Con.Pro.Va), in collaborazione con il CREA (il centro di ricerca del Ministero) e cofinanziato dalla Regione Lombardia, con lo scopo di costruire un dettagliato database di tutti i consumi della filiera, a partire dal campo, per registrare l’impatto energetico della produzione di latte certificato a Provolone Valpadana, fino alla stagionatura in caseificio. Il progetto mira a creare, con il supporto dell’intelligenza artificiale, una predittività nei consumi, in modo da essere pronti nei momenti di crisi, per poter intervenire con tempestività in correzione di eventuali punti critici. “Oggi – ha dichiarato il Presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, Giovanni Guarneri – la grande sfida è quella di rendere produttivi questi dati generando informazioni utili entro l’azienda agricola e a cascata in tutta la filiera. Certamente, il principale aspetto innovativo del progetto è rappresentato dalla valorizzazione della messa in rete di dati già (o potenzialmente) presenti a vario titolo nella filiera per renderli fruibili a più livelli grazie a una piattaforma digitale che li valorizza attraverso la loro interconnessione a supporto delle differenti sostenibilità in ciascuno stadio della filiera stessa”.

L’evento prevede una degustazione guidata delle tre Dop a cura di Anna Garavaldi, del Centro Ricerche Produzioni Animali, in collaborazione con la cooperativa Agricola Gino Girolomoni – azienda bio marchigiana con sede a Isola del Piano (PU) – curata da Antonio Bedini dell’Apci con il sommelier Otello Renzi. Presenta il giornalista e inviato Rai Paolo Notari.

“Siamo felici di collaborare all’iniziativa – spiega Giovanni Battista Girolomoni, Presidente della Cooperativa Agricola Gino Girolomoni – Ci accomuna un percorso di sostenibilità e di creazione di opportunità per le aree interne del paese e l’agricoltura di alta collina o montagna. La nostra Cooperativa nasce 50 anni fa nei monti delle Cesane sopra Urbino proprio per restituire dignità agli agricoltori delle zone marginali, quando le campagne si spopolavano a favore delle coste e delle città. Poter oggi abbinare la nostra pasta bio con la Casciotta d’Urbino DOP è particolarmente gratificante e stimolante anche da un punto di vista geografico”.

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TM

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