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Boom del Prosecco Rosé: 37 milioni di bottiglie in sei mesi. Nomisma Wine Monitor: percepito di qualità più alta della versione tradizionale

Prosecco Rosé

Produzione quasi doppia rispetto alle previsioni: i numeri mettono a tacere le polemiche su una presunta operazione di marketing. Consumatori da Italia, Usa, Germania, Regno Unito fino all’Estremo Oriente impazziscono per la bollicina rosa a base di Glera e Pinot Noir. 

Un successo da far «arrosire». È quello che sta vivendo il Prosecco Doc Rosé, la nuova tipologia dello spumante veneto e friulano entrata ufficialmente in commercio durante l’autunno del 2020. Se le previsioni più rosee parlavano di una produzione di 20 milioni di bottiglie l’anno, nei primi sei mesi del 2021 sono già stati superati abbondantemente i 37 milioni e solo a giugno ne sono stati imbottigliati oltre 50mila ettolitri. Nei suoi primi 9 mesi di vita (da ottobre 2020 a giugno 2021), sono stati messi in bottiglia 405.888 ettolitri di Prosecco Rosè su un totale di 3.191.165 ettolitri, vale a dire il 13% della produzione messa in commercio. Detta in bottiglie, stiamo parlando di 54,2 milioni di bottiglie di Prosecco Rosè su 425,5 milioni di Prosecco a livello totale. Una sete di bollicine rosate italiane che mette d’accordo i consumatori di tutto il mondo – dagli Stati Uniti alla Germania e al Regno Unito, fino all’Estremo Oriente – e che conferma come la nuova versione abbia brillantemente superato anche tutti gli ostacoli frapposti dalla pandemia. Con buona pace di chi rimproverava al Consorzio di aver messo a segno una pura operazione di marketing in contrasto con la tradizione del territorio e dei puristi che non hanno gradito la scelta di utilizzare un vitigno internazionale come il Pinot Nero per colorare la Glera, uva che per disciplinare deve comporre il Prosecco fino a un minimo dell’85%. «Se questo trend continua, possiamo azzardare che presto il Prosecco Rosé costituirà circa il 90% dell’intera produzione di rosati italiani» dicono dal Consorzio di tutela che da Treviso gestisce un colosso enologico con oltre 24mila ettari di vigneti, 11mila viticoltori e 1.169 aziende vinificatrici in grado di mettere sul mercato oltre 500 milioni di bottiglie per un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro, realizzati per il 78% all’estero.

(…) Qualità, eleganza, ma anche divertimento e convivialità sono le immagini che i consumatori associano per prime al Prosecco Rosé, secondo uno studio condotto da Nomisma Wine Monitor alcuni mesi fa nei quattro principali mercati di sbocco, ovvero Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Germania. «Abbiamo registrato una significativa propensione all’acquisto per questa nuova tipologia, percepita dai consumatori come di più alto livello qualitativo rispetto alla versione tradizionale» dice Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor. In effetti, al di là delle polemiche emerse, la scelta del Consorzio nel disciplinare questo vino è apparsa quella di puntare su un’alta qualità media.

(…). «Combinare il trend del Prosecco con il trend del rosé è una assoluta garanzia di successo» ha scritto il colosso editoriale americano. E a ruota è arrivato anche il New York Times a decretare che questa «sarà l’estate del Prosecco Rosé». Non ci resta che attendere i dati di fine anno.

Fonte ilgusto.it

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