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Mar. Nov 18th, 2025

In Italia crescono le pizzaiole: oltre 9mila professioniste ma ancora poca visibilità

In Italia le pizzaiole sono sempre più numerose: circa 9mila professioniste, secondo i dati del Campionato Mondiale della Pizza, ma ancora in netta minoranza rispetto ai colleghi uomini. A esplorare il mondo della pizza vista dalle donne è Giusy Ferraina nel libro Pizza(re) Connection – Visioni futuristiche e strategie innovative per pizzaioli ultramoderni (Dario Flaccovio Editore), che analizza la crescita del fenomeno e le nuove dinamiche sociali e culturali che lo accompagnano.

La crescita delle donne pizzaiole

“Le donne pizzaiole in Italia non sono poche, ma restano in minoranza. Tuttavia, non vogliamo trattare il tema in modo retorico: oggi la presenza femminile è una realtà concreta e quotidiana”, spiega Ferraina. “Le donne si stanno affermando con competenza e passione, soprattutto tra le nuove generazioni. Non lamentano più discriminazioni, ma sono riconosciute per la loro professionalità”.

Secondo i dati raccolti, in Italia ci sono circa 8.781 pizzerie con una presenza femminile al vertice su oltre 79mila attività. La Federazione Italiana Pizzaioli (Fip) conferma che per ogni 600 uomini iscritti ci sono 55 donne, pari a circa il 9%. Anche le partecipazioni femminili al Campionato Mondiale della Pizza sono in aumento: nell’ultima edizione, le concorrenti sono state 67, il 9% del totale.

Dalle origini popolari alla professione riconosciuta

“Un tempo erano proprio le donne a impastare e friggere la pizza per strada, ma per anni il mestiere del pizzaiolo non è stato considerato nobile come quello dello chef. È stato percepito come un lavoro improvvisato e, anche per questo, si è allontanato dal mondo femminile. Oggi invece la pizza è cresciuta e con lei la cultura che la circonda”, osserva Ferraina.

La figura del pizzaiolo sta infatti vivendo una trasformazione simile a quella del cuoco: riconoscimenti, visibilità e professionalità consolidata. “Le donne portano nel settore un approccio consapevole e determinato, unendo creatività e tenacia”, sottolinea l’autrice.

Tra sfide e stereotipi

Restano però alcune difficoltà. “Il lavoro in pizzeria è fisicamente impegnativo: alte temperature, sacchi di farina pesanti, orari serali. Tutti fattori che possono rendere difficile conciliare vita lavorativa e familiare”, spiega Ferraina. Persistono anche stereotipi culturali: molte clienti si stupiscono ancora nel vedere una pizzaiola dietro il banco, percependo la figura come un’eccezione.

Tuttavia, le nuove generazioni stanno cambiando le regole. “Sempre più figlie d’arte decidono di continuare la tradizione familiare. In Campania, ad esempio, la presenza femminile è ormai consolidata. Ogni anno, durante il Campionato Mondiale, assistiamo a una crescita costante di partecipanti donne: segno di un cambiamento reale”, aggiunge l’autrice.

La pizza come leva per il turismo enogastronomico

Nel libro, Ferraina approfondisce anche il legame tra pizza e turismo enogastronomico, settore in forte espansione. “Il turismo del gusto non è più una nicchia, ma un fenomeno in crescita che valorizza territori e tradizioni. La pizza, simbolo della cultura italiana, è oggi protagonista di esperienze immersive: degustazioni, laboratori e percorsi tematici che uniscono scoperta, convivialità e cultura locale”, spiega.

Secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2024, il 70% degli italiani ha effettuato almeno una vacanza motivata dal cibo o dal vino negli ultimi tre anni, con un incremento del 12% rispetto al 2023. La pizza si posiziona al terzo posto tra le eccellenze più amate, subito dopo vino e olio extravergine d’oliva.

I profili dei turisti della pizza

Ferraina individua cinque tipologie di viaggiatori attratti dal mondo della pizza: i Ricercatori (42,1%), che cercano esperienze autentiche e degustazioni guidate; i Festaioli (23%), che vivono l’enogastronomia come occasione di socialità; gli Intellettuali (19%), che vogliono conoscere storia e tradizioni; i Figli dei fiori (11,5%), che cercano relax e laboratori esperienziali; e infine gli Edonisti (4,3%), attratti dal lusso e dalle proposte gourmet.

Conclude Ferraina: “La pizza oggi non è solo un piatto, ma un veicolo culturale e turistico capace di raccontare il territorio. E le donne, con la loro sensibilità e visione, sono sempre più protagoniste di questa evoluzione, contribuendo a un cambiamento che unisce tradizione e innovazione”.

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