La percentuale di acquirenti italiani convinti che le scelte d’acquisto influenzino la società (64%) è ben al di sopra della media europea (44%)
La maggioranza degli acquirenti italiani è convinta che le proprie scelte d’acquisto possano influenzare la società: lo afferma il 64% degli intervistati, una percentuale nettamente superiore alla media europea del 44%.
Secondo il nuovo Behavior Change Report di YouGov, riportato anche da Food Affairs, metà degli italiani dichiara di acquistare prodotti locali abitualmente e il 46% sceglie marchi nazionali come mezzo per avere un impatto positivo. Nel nostro Paese prevale dunque un atteggiamento propositivo rispetto a pratiche come il boicottaggio, in crescita invece in alcuni Paesi europei.
A beneficiare di questa tendenza sono soprattutto i brand locali, scelti dal 75% degli italiani, mentre l’83% afferma di privilegiare il made in Italy. In particolare, sono premiate le marche fortemente identitarie di una specifica regione.
Identità locale e senso di comunità spingono i consumi
Il 47% degli italiani prevede di rafforzare il proprio sostegno ai produttori locali nei prossimi sei mesi, un dato in crescita rispetto al 39% dello scorso anno. Questo sentimento si riflette nella preferenza del 75% dei consumatori per i brand locali e nell’83% che predilige prodotti made in Italy. Il legame con la propria terra è ancora più forte nel Sud Italia, dove il 33% degli intervistati si identifica con la propria regione, a fronte di una media nazionale del 15%.
Questa identità territoriale è alla base del successo commerciale di marchi come La Molisana e Rummo, che tra il 2022 e il 2024 hanno aumentato la propria penetrazione rispettivamente dal 40,1% al 44,4% e dal 27,5% al 39,3%. Anche la birra pugliese Raffo ha registrato una crescita del 170% in valore e un aumento della penetrazione dall’1,8% al 10,2% in un solo anno, scalando 53 posizioni nella classifica YouGov Brand Footprint per le bevande. Una crescita simile a quella già vista per Ichnusa e Birra Messina.
Anche i grandi marchi puntano sull’identità italiana: Ferrero ha celebrato i paesaggi italiani nel pack in edizione limitata di Nutella Buongiorno, mentre Mutti e Giovanni Rana promuovono l’italianità all’estero attraverso un racconto autentico della tradizione culinaria.
Qualità, risparmio e lotta allo spreco guidano gli acquisti
Secondo il report, i principali criteri d’acquisto in Italia sono la qualità del prodotto (41%), sconti e promozioni (40%) e l’attenzione allo spreco (38%). Un italiano su cinque (21%) è aperto alle novità, in particolare nei settori della cura della persona (38%), detergenti (37%), dolciumi (37%), latticini (34%) e prodotti da forno (28%).
L’adozione dell’intelligenza artificiale nel retail suscita ancora perplessità: il 40% dei consumatori richiede maggiori informazioni, il 32% ne desidera il contenimento, mentre solo il 28% ne apprezza i benefici.
Il contesto europeo tra incertezza e ricerca di benessere
Nel resto d’Europa si osserva una diffusa preoccupazione per la stabilità globale (71%), con i consumatori che si adattano a uno scenario di difficoltà economica. Le scelte d’acquisto si orientano verso la prudenza, con un maggiore controllo dei prezzi, l’attenzione alle promozioni e la preferenza per cucinare in casa, anche abbandonando i marchi premium a favore di opzioni più accessibili. Gli hard discounter sono gli unici canali con saldo positivo tra chi intende aumentare o ridurre la frequenza d’acquisto.
La qualità resta comunque la prima leva di scelta. Gli acquirenti si dividono tra chi fatica a far quadrare il bilancio familiare (65%) e si rivolge alla private label (62%) e chi ha maggiore stabilità economica, dimostrando una spiccata propensione alle novità (70%) e fiducia nella propria capacità di risparmio (62%).
Alimentazione e salute restano centrali nelle scelte dei consumatori
Le differenze di potere d’acquisto in Europa emergono chiaramente dal peso dei generi alimentari sul bilancio familiare: si va dal 14% dell’Austria al 44% dell’Ucraina. In questo contesto, l’attenzione al green risulta penalizzata: anche Paesi tradizionalmente attenti all’ambiente come la Danimarca sono meno disposti a pagare di più per prodotti sostenibili.
Tuttavia, l’interesse per il benessere è una tendenza trasversale: oltre il 30% degli europei dichiara di fare esercizio fisico quotidiano e di limitare il consumo di alcol. Tra le principali tendenze spiccano il “sugar free” e il consumo di bevande energetiche e funzionali, cresciute rapidamente in Paesi come Bulgaria, Polonia, Romania, Belgio e Austria.
In Italia, il marchio Le Naturelle ha visto una crescita della penetrazione dal 34% al 40,7%, simile a quella della polacca OnlyBio, salita dall’11,9% al 18,7%. In Germania, i segmenti legati alla salute hanno registrato un incremento del 10,3% in un anno, trainati da polveri dimagranti, frullati proteici e energy drink.
Essere “in forma” è quindi un obiettivo centrale per i consumatori europei, che orientano sempre più le proprie scelte verso il benessere individuale come risposta al clima di incertezza diffuso.