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Mar. Lug 8th, 2025

Gli italiano dedicano meno di mezz’ora per mangiare. La tecnologia intasa le giornate e aumenta lo stress

lavoro mangiare lavorando

Il tempo dedicato ai pasti è sempre più esiguo: 32 minuti per la cena, 28 per il pranzo e solo 24 per la pausa pranzo. Eppure, il 76,7% degli italiani vorrebbe avere più tempo da dedicare a ciò che ama, e tra le attività più desiderate spiccano proprio quelle legate al cibo: cucinare, mangiare con calma, condividere un pasto.

È quanto emerge dal nuovo rapporto “Il tempo e il cibo. La food obsession tra rappresentazione dei media e comportamenti di consumo”, realizzato da Censis per Camst group in occasione dell’80° anniversario dell’azienda di ristorazione e riportato da Food Affairs.

Presentato il rapporto Camst-Censis

Lo studio, che indaga il rapporto tra accelerazione digitale, qualità della vita e pratiche alimentari, è stato presentato a Bologna a Palazzo Re Enzo durante l’evento “Il tempo sottile”, promosso da Camst group e condotto dalla giornalista Mia Ceran. A illustrare i principali risultati è stata Sara Lena, ricercatrice dell’Area consumi, mercati e welfare del Censis, seguita dal commento del consigliere delegato Massimiliano Valerii. All’evento hanno partecipato anche Matteo Lepore, sindaco di Bologna, Giovanni Paglia, assessore della Regione Emilia-Romagna, Francesco Malaguti, presidente Camst, l’informatico Stefano Quintarelli, la divulgatrice scientifica Silvia Bencivelli, l’agroeconomista Andrea Segrè e, in chiusura, un intervento artistico di Alessandro Bergonzoni.

Gli italiani desiderano rallentare

“Gli italiani risentono dell’accelerazione dei ritmi di vita imposti dal digitale, nel mentre lo smartphone esercita un’attrazione fatale colmando ogni istante libero” ha spiegato Massimiliano Valerii. “Ecco perché è alto il valore attribuito ai momenti di relax, in particolare alla convivialità a tavola e alle pause di lavoro. Una migliore qualità della vita significa avere più tempo per sé stessi e per gli altri, rallentando rispetto ai forsennati ritmi del nostro tempo”.

Francesco Malaguti, presidente Camst group, ha dichiarato: “Per celebrare i nostri primi 80 anni abbiamo voluto approfondire il rapporto tra gli italiani e il tempo dedicato al cibo. Il tempo, per noi che ci occupiamo di servizi, è ciò che può trasformarsi in valore per sé e per gli altri. Dobbiamo comprendere le trasformazioni sociali e garantire tempo di qualità a chi si affida a noi, nei contesti di lavoro in particolare, dove emerge chiaramente che una pausa di qualità migliora il benessere delle persone e ha ricadute sulla produttività”.

I dati del rapporto

Secondo lo studio, il 62,2% degli italiani dichiara di non riuscire a completare le attività quotidiane, mentre l’83,7% prova ansia per questo motivo. La tecnologia, pur ampliando le possibilità, ha intasato le giornate, erodendo spazi personali e momenti di benessere. Il 70,2% desidera rallentare il ritmo delle proprie attività. Il cibo si conferma centrale: il 95,3% considera importante il tempo trascorso a tavola in compagnia e l’87,9% vorrebbe poterne avere di più. Inoltre, il 69,3% desidera più tempo per cucinare e il 69,2% per fare la spesa in modo consapevole.

Il cibo come antidoto alla frenesia

La convivialità diventa occasione di rigenerazione e identità. Tuttavia, il tempo medio dedicato ai pasti nei giorni feriali è limitato a 60 minuti totali: 28 per il pranzo, 32 per la cena. Nei weekend si arriva a 75 minuti, ma resta il divario tra desiderio e realtà. Anche il tempo medio per cucinare è contenuto: 32 minuti nei feriali, 39 nei festivi. A fronte di un’attenzione crescente al cibo nei media – 14 milioni di italiani seguono programmi culinari e l’84,2% cerca contenuti online – il tempo realmente dedicato a queste attività resta scarso. Il 65,7% degli italiani è convinto che in passato si riuscisse a stare più a lungo a tavola, specie in famiglia.

La pausa pranzo come momento di benessere

Il 97% degli occupati effettua una pausa pranzo, ma solo il 3,3% può dedicarvi più di un’ora. La media è di 24 minuti. Tuttavia, l’86,7% considera questo momento importante per il benessere personale e l’87,7% ritiene che una pausa pranzo di qualità migliori la produttività. L’85% dei lavoratori reputa fondamentale la presenza in azienda di spazi accoglienti per il pranzo, con cibo sano, ambienti gradevoli e orari flessibili: una sorta di “caffetteria del benessere” che può rappresentare anche un vantaggio competitivo per le imprese.

Una nuova idea di benessere passa dalla lentezza

Il rapporto del Censis per Camst group, ripreso anche da Food Affairs, tratteggia un’Italia che vuole uscire dalla logica della performance e della velocità. Gli italiani chiedono più tempo per sé e vedono nel cibo un elemento centrale di cultura, identità e relazione. È nella lentezza della cucina, nella cura del pranzo condiviso e in una pausa ben vissuta che si fonda una nuova idea di qualità della vita.

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