Il digital marketing in Italia continua a crescere nei numeri ma non nella fiducia. Secondo una recente indagine condotta dall’International Center for Social Research, il settore vale oggi 5,4 miliardi di euro, ma circa la metà degli imprenditori si dice insoddisfatta dei risultati ottenuti, al punto da considerare almeno 2,7 miliardi di investimenti come “spesi a vuoto”.
Un mercato da 5,4 miliardi ma poco trasparente
Nonostante il ruolo ormai centrale del marketing digitale nelle strategie aziendali, le criticità non mancano: risultati sotto le aspettative, messaggi inefficaci, creatività poco brillante, ritardi nell’attivazione delle campagne e costi spesso considerati troppo elevati. A peggiorare il quadro, la difficoltà di scegliere un partner affidabile in un mercato iper-frammentato, dove operano circa 41.000 web agency e un numero imprecisato di freelance.
Un settore senza regole e con barriere d’ingresso troppo basse
Alla base del problema c’è la totale assenza di un albo professionale per chi opera nel digital marketing, unita a barriere d’ingresso quasi inesistenti. Basta un computer e una connessione internet per proporsi come consulenti o agenzie, senza alcuna certificazione o controllo di qualità. Una condizione che, secondo Gianpaolo Antonante, CEO di Stratego Swat, mina le basi stesse del settore.
«Si tratta di un mercato con enormi potenzialità, ma che oggi sconta un’insoddisfazione diffusa», spiega Antonante ad Adnkronos/Labitalia. «Per questo è fondamentale affidarsi a professionisti qualificati, in grado di costruire strategie comunicative efficaci solo dopo un’attenta analisi dell’azienda. Diffidare di chi propone preventivi immediati o contratti annuali senza una fase di valutazione è un primo passo per evitare investimenti inefficaci».
Contratti brevi, testimonianze verificabili e analisi preliminare
Secondo l’esperto, ci sono alcune regole d’oro da seguire per difendersi: evitare contratti troppo lunghi e preferire collaborazioni iniziali di quattro mesi per testare l’efficacia delle azioni. Importante anche la verifica delle testimonianze dei clienti: meglio se corredate da nome e cognome e con la possibilità di contattare direttamente le aziende citate.
«Una vera agenzia affidabile non invia preventivi in poche ore: serve un’analisi approfondita, proprio come farebbe un medico prima di prescrivere una cura», sottolinea Antonante. «E la velocità di risposta, in questi casi, è spesso un campanello d’allarme».
Una professione da riconoscere e tutelare
Alla luce di questi dati, appare sempre più urgente un riconoscimento formale della figura del professionista del digital marketing. «È una professione complessa, che richiede competenze trasversali e aggiornamento continuo. La creazione di un albo professionale, con criteri di qualità certificati, sarebbe un passo importante per dare più credibilità all’intero comparto», conclude Antonante.
Nel frattempo, le aziende che intendono investire in digital marketing devono muoversi con cautela, informarsi a fondo e valutare con attenzione ogni proposta, consapevoli che dietro una promessa accattivante si può celare un servizio inefficace.