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Lun. Lug 14th, 2025

L’export del vino italiano rischia di fermarsi: la nuova minaccia di Trump getta nel caos. Frescobaldi (UIV): embargo mascherato

Lamberto Frescobaldi
Lamberto Frescobaldi

Una nuova ombra si abbatte sull’export vinicolo italiano. La recente minaccia dell’ex presidente Donald Trump di aumentare i dazi statunitensi al 50% verso i prodotti dell’Unione Europea viene definita senza mezzi termini da Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), come “un embargo, non un semplice dazio”.

L’export del vino italiano rischia di fermarsi: la nuova minaccia di Trump getta nel caos i piani d’investimento delle imprese del settore

Una misura che – se applicata – metterebbe in ginocchio uno dei comparti più strategici del Made in Italy, che solo verso gli Stati Uniti esporta il 24% del proprio vino, pari a 1,94 miliardi di euro.

Stop alla programmazione, salta la promozione OCM: le aziende italiane bloccate nell’incertezza

“Da mesi ormai il settore non riesce più a programmare il proprio futuro”, ha dichiarato Frescobaldi, sottolineando come l’incertezza pesi sulle imprese ben più dell’entità effettiva del dazio. L’imprevedibilità delle politiche commerciali statunitensi si sta rivelando un ostacolo concreto agli investimenti, specialmente in una fase delicata come quella attuale.

Le aziende vinicole italiane stanno infatti pianificando in questi giorni i bandi dell’OCM Promozione, il principale programma di finanziamento europeo per la promozione del vino nei mercati extra-UE. Gli Stati Uniti sono il target numero uno, e i fondi in gioco ammontano a decine di milioni di euro.

“Con una simile minaccia – ha aggiunto Frescobaldi – siamo costretti a rivedere tutto. Se un’accisa al 50% dovesse materializzarsi, il danno sarebbe immediato: salterebbero gli investimenti e con essi i piani di crescita di un comparto che si regge sull’export”.

L’appello di UIV: “Serve un intervento urgente dell’Europa e del Governo italiano”

Il presidente UIV lancia un appello diretto sia a Bruxelles che a Roma: serve un intervento urgente, perché il fattore tempo è ormai determinante.

“Le trattative devono essere accelerate, non possiamo più permetterci di attendere. Il settore ha bisogno di certezze ora”, conclude Frescobaldi.

Un comparto strategico sotto assedio

Questa nuova minaccia si inserisce in un contesto già critico, in cui i produttori italiani devono affrontare concorrenza globale, instabilità geopolitica e pressioni inflazionistiche. A ciò si aggiunge ora la spada di Damocle dei dazi USA, che rischia di compromettere l’intero equilibrio di un mercato fondamentale per l’enologia italiana.

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