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Gio. Giu 12th, 2025

Chiquita licenzia migliaia di lavoratori in sciopero a Panama

A Panama si accende lo scontro tra il colosso del settore ortofrutticolo Chiquita e i lavoratori delle sue piantagioni di banane. L’azienda ha annunciato il licenziamento di migliaia di dipendenti, accusati di aver abbandonato “ingiustificatamente” il posto di lavoro, dando il via a uno sciopero iniziato il 28 aprile e tuttora in corso. La comunicazione ufficiale è arrivata tramite una dichiarazione diffusa da Radio Panamá su X, in cui Chiquita denuncia perdite economiche per almeno 75 milioni di dollari e danni definiti “irreversibili” alla produzione.

Quasi 5.000 lavoratori coinvolti: lo sciopero si inserisce in un contesto nazionale di proteste

Secondo quanto riportato dai media locali, e ripreso da Adnkronos, circa 4.900 lavoratori a tempo determinato – su un totale di 7.000 dipendenti Chiquita impiegati nel Paese – hanno aderito alla mobilitazione. L’agitazione rientra in un più ampio contesto di protesta nazionale, che ha visto scendere in piazza insegnanti, lavoratori edili e comunità indigene contro le controverse proposte di riforma del sistema di previdenza sociale panamense.

Chiquita: “Abbiamo invitato più volte a tornare al lavoro”

L’azienda, tra i principali produttori mondiali di banane, ha dichiarato di aver più volte sollecitato i lavoratori a riprendere regolarmente l’attività. Solo dopo ripetuti inviti rimasti inascoltati, avrebbe preso la decisione di procedere alla rescissione dei contratti. “Abbiamo tentato ogni via per evitare questa misura, ma lo sciopero prolungato sta compromettendo in maniera irreparabile la sostenibilità delle nostre operazioni in Panama”, si legge nella nota ufficiale.

Un caso che fa discutere tra diritti e sostenibilità economica

Il caso Chiquita si inserisce nel dibattito internazionale sui diritti dei lavoratori, la tenuta delle filiere agroalimentari e le conseguenze sociali delle riforme strutturali. La decisione di licenziare migliaia di persone nel settore bananiero, strategico per l’economia del Paese centroamericano, rischia di alimentare ulteriori tensioni in un momento già delicato per il clima sociale panamense.

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