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Gio. Giu 12th, 2025

L’effetto positivo della pubblicità sul sistema Italia impatta anche sulla nostra democrazia

Marco Travaglia presidente di UPA
Marco Travaglia presidente di UPA

La pubblicità contribuisce positivamente e fattivamente alla crescita economica. “Ogni euro di spesa pubblicitaria impatta su 7 euro nel PIL”, spiega Marco Travaglia presidente di UPA in occasione dell’evento Linkontro. “La pubblicità crea anche posti di lavoro e naturalmente ha un effetto diretto sulle vendite, sia a breve che a lungo termine. Inoltre, favorisce il pluralismo e, se vogliamo, la democrazia, supportando con i suoi investimenti il sistema dei media”.

Sistema che oggi in Italia vale 19,4 miliardi di euro, di cui il 58% è rappresentato dalla pubblicità, ovvero un valore di circa 10 miliardi.

Marco Travaglia presidente di UPA

Inizio anno promettente per la raccolta pubblicitaria

“Il primo trimestre dell’anno ha registrato una crescita positiva del +1,9% nella raccolta pubblicitaria, segnando un inizio sorprendentemente buono rispetto alle aspettative di fine 2024. Anche il primo quadrimestre del largo consumo ha mostrato segnali incoraggianti, migliori di quanto previsto nonostante le incertezze legate all’inflazione e alla situazione internazionale”, prosegue Travaglia, “tuttavia, i conti definitivi verranno fatti solo alla fine del terzo trimestre, dato che il 2025 è un anno privo di grandi eventi sportivi che tipicamente stimolano gli investimenti pubblicitari. Se l’andamento positivo dovesse proseguire fino alla fine dell’anno, potremmo parlare davvero di un risultato straordinario”.

L’impatto dei dazi e il ruolo dell’AI

Per quanto riguarda l’impatto dei dazi, secondo Travaglia “molto dipenderà dalla capacità dell’Europa di mantenere aperti i canali negoziali. Le aziende, nel frattempo, stanno valutando ogni possibile scenario, e proprio in questo contesto l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo cruciale”.

L’AI può portare grandi benefici, consentendo ad esempio un salto di qualità nell’analisi dei dati e liberando le aziende dalla dipendenza da modelli basati principalmente sull’intervento umano. “Entro 2-3 anni, gran parte delle capacità analitiche sarà affidata all’intelligenza artificiale, trasformando il lavoro e permettendo di concentrare le risorse sulle decisioni strategiche piuttosto che sull’elaborazione dei dati, che oggi richiede ancora molte risorse”, spiega il presidente Upa.

Il futuro dell’AI nella filiera della comunicazione

L’impatto dell’AI sull’intera filiera della comunicazione è un tema cruciale e complesso, su cui UPA sta già lavorando. “Non abbiamo ancora affrontato la stesura di un white paper dedicato a questi cambiamenti in modo da definire una strategia condivisa per l’intero settore, ma è nostra intenzione farlo. Non sarà comunque un tema al centro della prossima assemblea UPA prevista il 9 luglio perchè abbiamo tanti altri dossier aperti che richiedono una chiusura rapida”.

Quali sono i dossier aperti in Upa? Travaglia lo spiega nel VIDEO:

AI, una rivoluzione diversa dalle precedenti

Sempre sul tema AI, Travaglia dice che “la sensazione è che, a differenza di altre innovazioni tecnologiche che si sono rivelate meno impattanti del previsto (come il metaverso), l’intelligenza artificiale rappresenti una svolta vera e propria perché si trova al centro di una convergenza di diverse tecnologie e approcci, diventando la base di partenza per molte delle trasformazioni future”.

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