Cucinare con ingredienti che crescono all’interno dei propri capi di abbigliamento o con alimenti che assorbono carbonio potrebbe presto diventare realtà, secondo l’ultima analisi di HelloFresh, il servizio attivo nelle box ricette a domicilio. Con l’obiettivo di immaginare come sarà il cibo tra 25 anni, HelloFresh ha collaborato con Morgaine Gaye, futurologa alimentare, e Joseph Poore, climatologo dell’Università di Oxford, per tracciare le dieci principali tendenze che potrebbero trasformare le nostre cene nel 2050.

La sfida del 2050: alimentare un mondo più grande e sostenibile
Nel 2050, la popolazione mondiale dovrebbe superare i 10 miliardi di persone, mentre le nazioni dovranno aver raggiunto l’obiettivo delle emissioni nette zero. Questo scenario richiederà un ripensamento radicale della catena alimentare globale. In Italia, lo spreco domestico produce circa 7,8 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, pari al 2% delle emissioni nazionali. Tradotto in numeri, ogni italiano getta via circa 30 kg di cibo all’anno, corrispondenti a 130,5 kg di CO₂, un valore paragonabile alle emissioni di un’auto che percorre 1.100 km. Ridurre questo spreco sarà cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici globali.
Dieci tendenze alimentari che cambieranno il futuro
- Pasti “comunitari” – Il cibo manterrà un ruolo centrale nelle relazioni sociali, con un valore speciale per gli alimenti prodotti direttamente dall’uomo. Le comunità si riuniranno per condividere cibi provenienti da coltivazioni collettive, mentre le ricette di famiglia verranno conservate in database multigenerazionali. Anche grazie agli ologrammi, sarà possibile vivere esperienze culinarie virtuali con amici e familiari lontani.
- La fine della spesa settimanale – L’intelligenza artificiale e i servizi di box ricette a domicilio diventeranno lo standard, riducendo gli sprechi e semplificando la vita quotidiana. Gli ingredienti verranno consegnati nelle quantità esatte per ciascuna ricetta, evitando gli sprechi tipici della spesa tradizionale.
- Abiti che coltivano cibo – Nel 2050, alcuni capi d’abbigliamento potrebbero diventare vere e proprie mini-fattorie portatili. Grazie alla scienza dei materiali, saranno possibili indumenti che coltivano erbe aromatiche, micro-ortaggi e proteine vegetali, ideali per uno stile di vita sempre in movimento.
- Agricoltura urbana in ascesa – Le città diventeranno veri e propri ecosistemi produttivi, grazie a orti verticali, coltivazioni condivise e gruppi di acquisto solidale. Questa tendenza ridurrà le catene di approvvigionamento e promuoverà l’autosufficienza alimentare su scala locale.
- Cibo che assorbe gas serra – Nel futuro, potremmo consumare alimenti in grado non solo di nutrire, ma anche di ridurre le emissioni di carbonio. Molluschi come mitili, ostriche e vongole, che immagazzinano CO₂ nei loro gusci, potrebbero diventare una risorsa alimentare sostenibile e diffusa.
- Stop agli sprechi grazie all’AI – L’intelligenza artificiale ottimizzerà l’uso degli ingredienti, riducendo gli sprechi a zero. Anche frutta e verdura “imperfette” troveranno nuove applicazioni, grazie a stampanti 3D capaci di trasformare gli scarti in nuovi piatti.
- Coltivazioni adattate al clima – Il cambiamento climatico trasformerà le colture regionali. In Europa, frutti tropicali come mango e papaya potrebbero essere coltivati nel Mediterraneo, mentre nei paesi nordici cresceranno varietà come quinoa e soia.
- Riscoperta dei raccolti “antichi” – Piante autoctone e resistenti come il dente di leone e il sorrel torneranno in auge, grazie alla loro capacità di prosperare in condizioni difficili e di arricchire il microbioma umano.
- Raccolti “di nicchia” diventano comuni – Colture come il teff, il fonio e i fagioli marama, tradizionalmente coltivati in Africa e nelle Ande, entreranno nelle diete europee, grazie al loro alto valore nutrizionale e alla resistenza ai cambiamenti climatici.
- Il cibo come medicina preventiva – Con dati sanitari in tempo reale, l’alimentazione sarà sempre più personalizzata. L’intelligenza artificiale aiuterà a bilanciare le diete in base alle condizioni genetiche e alla salute individuale, trasformando l’alimentazione in una forma di medicina preventiva.
Il parere degli esperti: tecnologia e tradizione
“È probabile che la nostra alimentazione nel 2050 presenti sostanziali differenze rispetto a quella attuale, sebbene non necessariamente secondo le aspettative comuni – dichiara Joseph Poore, climatologo presso l’Università di Oxford – L’impatto dei cambiamenti climatici richiederà colture più resistenti alla siccità e alle alte temperature, molte delle quali erano già conosciute dalle civiltà del passato”.
Anche Morgaine Gaye, futurologa del cibo, sottolinea l’importanza della tecnologia: “L’intelligenza artificiale assumerà un ruolo centrale nella gestione delle attività domestiche, consentendo alle persone di concentrarsi sugli aspetti relazionali e valoriali della propria vita. Tuttavia, il momento della preparazione e condivisione del pasto rimarrà insostituibile, rappresentando un’importante occasione di connessione con i propri sensi e con l’ambiente naturale”.
Un futuro in cui tradizione e innovazione si intrecciano, offrendo nuove opportunità per un’alimentazione più sostenibile e consapevole.