Ha preso il via oggi il Conclave, durante il quale 133 cardinali elettori si riuniscono a Casa Santa Marta per scegliere il 267esimo pontefice. In questa fase, l’alimentazione diventa un aspetto cruciale per mantenere concentrazione ed energia, e il nutrizionista Giorgio Calabrese ha definito le linee guida che dovranno seguire per affrontare al meglio questi giorni intensi.
Un menù leggero per favorire concentrazione e resistenza
Calabrese – riporta Romatoday – sottolinea l’importanza di una dieta sobria, ricca di verdure e carboidrati, adatta a una situazione stanziale e ad alto stress mentale. “Quando si è sottoposti a molta tensione e poco movimento, è consigliabile evitare cibi ricchi di grassi che rischiano di accumularsi facilmente” spiega Calabrese. L’ideale, quindi, è puntare su alimenti leggeri come centrifugati ed estratti di frutta e verdura, che garantiscono un buon apporto di minerali e vitamine, mantenendo basso l’apporto calorico e praticamente nullo quello dei grassi.
Carboidrati a ogni pasto e niente superalcolici
Il nutrizionista consiglia ai cardinali di consumare carboidrati a colazione, pranzo e cena. “A colazione è preferibile scegliere latte parzialmente scremato, pane tostato o fette biscottate con un po’ di miele e marmellata – suggerisce Calabrese – in modo da garantire una rapida reattività emotiva senza rischiare di entrare in chetosi.”
Frutta fresca e verdure di stagione sono particolarmente indicate, con l’eccezione degli asparagi, che Calabrese sconsiglia. In questa fase, infatti, è meglio evitare cibi che possono sovraccaricare l’apparato digerente e il sistema nervoso.
Un bicchiere di vino sì, ma niente superalcolici
Per quanto riguarda le bevande, Calabrese è chiaro: “I superalcolici sono assolutamente da evitare, mentre un bicchiere di vino, nelle giuste quantità, può essere concesso.” Questa attenzione all’equilibrio nutrizionale è fondamentale per sostenere i cardinali in un momento delicato e impegnativo, in cui la lucidità mentale e la resistenza fisica saranno messe a dura prova.
Il cuoco dei papi racconta le rigide regole a tavola
Bartolomeo Scappi, considerato il cuoco più famoso del Rinascimento e forse il primo chef celebre della storia, servì papi come Pio IV e Pio V. Nel 1570 pubblicò l’Opera dell’Arte del Cucinare, il primo libro di cucina firmato da un professionista, che lo rese famoso in tutta Europa. In quest’opera, ricorda Vanity Fair, Scappi racconta come le pietanze destinate ai cardinali durante i conclavi fossero sottoposte a controlli severissimi per garantire la sicurezza degli elettori.
Un controllo rigoroso per evitare messaggi nascosti
I piatti preparati per i cardinali dovevano passare sotto l’occhio attento delle guardie prima di essere introdotti in una sorta di ruota girevole, un sistema che garantiva l’anonimato e l’imprevedibilità del destinatario, grazie a un ordine stabilito tramite sorteggio. Questa procedura, pensata per evitare qualsiasi forma di comunicazione segreta, prevedeva anche il divieto di cibi che potessero nascondere messaggi, come torte, polli interi o ravioli ripieni. Anche vino e acqua dovevano essere serviti in bicchieri trasparenti, una precauzione che, in forma aggiornata, sopravvive ancora oggi.
Le origini del protocollo di sicurezza alimentare
Le prime regole sul controllo dei pasti durante i conclavi risalgono a Papa Gregorio X, che nel 1274 stabilì un rigido codice di segretezza per evitare interferenze esterne e pressioni sui cardinali. Questo regolamento prevedeva anche il razionamento del cibo: dopo tre giorni senza consenso sull’elezione, i cardinali ricevevano un solo pasto al giorno; dopo otto giorni, solo pane e acqua. Sebbene queste restrizioni siano state allentate nei secoli successivi, il principio del controllo assoluto sui pasti è rimasto un pilastro delle procedure del conclave.
Il ruolo del cibo nella diplomazia papale
Scappi descrive anche le condizioni di vita dei cardinali durante i conclavi rinascimentali, con celle ampie e arredate con gusto, dotate di letti comodi, tavoli e perfino vasi da notte chiusi a chiave. Nonostante le severe regole di sicurezza, i pasti restavano un momento cruciale per i contatti informali tra i cardinali, un aspetto ben raccontato anche nel recente film Conclave, dove i dialoghi più importanti si svolgono proprio attorno ai tavoli, lontano dalle sale ufficiali.
Se è vero che oggi il rischio di messaggi nascosti nel cibo è praticamente nullo, le tradizioni e le regole introdotte secoli fa continuano a plasmare uno dei rituali più segreti e affascinanti della Chiesa cattolica.