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Gio. Mag 22nd, 2025

Pomodoro Marinda protagonista nella puntata “La Natura dal campo alla Tavola”

Non è un pomodoro qualunque, né tantomeno facile da coltivare: il Marinda, conosciuto anche come costoluto di Pachino, dà il meglio di sé quando cresce a pochi passi dal mare. Un prodotto che affonda le sue radici in una tradizione agricola antica, capace di raccontare una storia fatta di passione e qualità. Se ne è parlato nell’ultima puntata del format “La Natura dal campo alla Tavola”, trasmesso su 7GOLD a partire da domenica scorsa.

Ad aprire la puntata è stato Duccio Caccioni, direttore del Mercato all’Ingrosso di Bologna, che in collegamento ha sottolineato come il pomodoro sia ormai un prodotto destagionalizzato, sempre presente sulle tavole grazie alla varietà di zone di coltivazione lungo tutta la penisola. “La Sicilia – ha spiegato – è tra le principali aree, sia per quantità che per qualità.”

A raccontare la storia del Marinda ci ha pensato il professor Ferdinando Branca dell’Università di Catania. “Questa varietà appartiene alla tipologia Marmande e ha origini francesi. Precede le più moderne varietà di datterino e ciliegino ed è rinomata per la difficoltà nella coltivazione e per il suo sapore autentico e inconfondibile.” Introdotto nei primi anni ’90, il Marinda ha trovato nella zona di Pachino e Portopalo un habitat ideale, grazie ai terreni salmastri e al clima marino. Qui gli agricoltori raccolgono i frutti quando sono ancora verdi, poco prima che virino al rosso, per preservarne consistenza e qualità.

Caccioni ha aggiunto che prodotti di così alto valore vengono scelti da negozi specializzati, mercati, ristoranti e catering di livello, che ricercano sempre il meglio sia in termini di sapore che di origine certificata.

Salvatore Lalicata, agricoltore, ha messo in evidenza l’eccezionale equilibrio tra dolcezza e acidità che rende il Marinda unico. “La sua consistenza lo rende perfetto per l’esportazione, soprattutto verso Germania e Francia. Ma ciò che conquista davvero è il sapore, figlio di un clima favorevole e di un terreno sabbioso baciato dal mare.”

Anche l’agronomo Salvatore Figura ha confermato: “Il nostro areale, tra brezze salmastre e luce solare costante, esalta le qualità del Marinda. Il frutto ha una forma appiattita, costolature marcate e un peso che va dai 100 ai 150 grammi. La polpa soda e poco acquosa lo rende ideale sia fresco che trasformato.” Figura ha inoltre spiegato l’importanza della scelta del portinnesto e delle tempistiche: trapianto tra ottobre e novembre, raccolta da gennaio in poi. “Si presta sia all’uso in insalata, quando è ancora verde, sia per conserve quando è maturo.”

Le telecamere di 7Gold hanno poi visitato lo stabilimento della Cooperativa Aurora, dove tecnologia e cura artigianale si fondono. Il presidente Giuseppe Buggea ha raccontato come ogni pomodoro venga selezionato con attenzione grazie a macchinari ottici e all’esperienza manuale delle operatrici, per offrire sempre al consumatore un prodotto impeccabile.

Anche gli agricoltori Corrado Magliocco e Sebastiano Divelli hanno condiviso la loro esperienza, sottolineando quanto impegno e competenze richieda questa coltura: “Ogni frutto va raccolto al momento giusto – ha detto Divelli – e serve manodopera esperta, capace di riconoscere il grado esatto di maturazione.”

A chiudere la puntata, la voce di Gabriele Scala della Cooperativa Aurora: “Croccante, compatto e con un sapore avvolgente, il Marinda è un riferimento per chi cerca qualità e carattere.”

Infine, spazio alla cucina. Lo chef Vincenzo Ferraro del Ristorante Scala di Portopalo ha esaltato il Marinda con un menu elegante e raffinato: carpaccio di Marinda con alici marinate, pennette con Marinda a cubetti, cipollotto fresco, tonnetto palamita a crudo e scaglie di mandorla, e in chiusura filetti di triglia borsellino con carpaccio di Marinda e pinoli tostati.

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