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Gio. Mag 22nd, 2025

Il Venerdì Santo resiste la tradizione: due italiani su tre mettono in tavola il pesce

Il Venerdì Santo resta un appuntamento irrinunciabile per la tradizione gastronomica italiana, con due famiglie su tre che scelgono di mettere in tavola il pesce, nel rispetto del precetto religioso dell’astinenza dalla carne.

La tradizione del “magro” resiste nelle case italiane

È quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixè dedicata alla Pasqua degli italiani, che fotografa un Paese ancora fortemente legato ai riti del periodo pasquale, anche a tavola. Una minoranza, più ristretta, osserva addirittura il digiuno, abbracciando in pieno il significato spirituale e culturale del giorno.

Il pesce azzurro domina sulle tavole pasquali

Secondo Coldiretti, tra le preferenze degli italiani che scelgono un Venerdì Santo “di magro”, spicca il pesce azzurro, scelto per la sua versatilità e per il forte legame con le tradizioni regionali. Molte delle ricette di questo periodo nascono proprio dall’incontro tra la cucina di mare e quella contadina, dando vita a piatti ricchi di storia e di identità.

Le ricette regionali raccontano un’Italia di fede e sapori

Nel Nord Italia, la Liguria propone il baccalà in umido con patate e olive, mentre in Veneto i bigoli in salsa con acciughe e cipolle restano un classico intramontabile. In Lombardia, il protagonista è il risotto con la tinca o con il pesce persico, evocando i sapori dei laghi lombardi.

Scendendo verso il Centro, la Toscana mantiene viva la tradizione del baccalà alla livornese, nelle Marche si serve il brodetto di pesce, mentre nel Lazio si cucinano gli spaghetti con alici e pangrattato, noti anche come “del Venerdì Santo”.

Nel Sud, la Campania porta in tavola la zuppa di cozze, la Puglia risponde con la tiella di riso, patate e cozze, e la Calabria si affida alle alici ripiene. Le isole non sono da meno: in Sicilia si celebrano le sarde a beccafico, mentre in Sardegna si prepara la burrida, un piatto a base di gattuccio, aceto e noci. Un mosaico gastronomico che racconta non solo la fede, ma anche l’identità culturale delle regioni italiane.

Sostegno al Made in Italy: cresce la richiesta di pesce nazionale

Chi sceglie il pesce, lo fa sempre più con attenzione alla provenienza. Il 65% degli italiani, infatti, preferisce acquistare prodotti ittici Made in Italy, anche per supportare le oltre 12.000 imprese italiane attive nella pesca e nell’acquacoltura, secondo quanto riferisce Coldiretti.

Tuttavia, nel mercato del pesce non mancano le insidie. Gran parte del prodotto in vendita arriva dall’estero, ed è per questo che Coldiretti raccomanda di leggere sempre con attenzione l’etichetta. Le informazioni obbligatorie comprendono il metodo di produzione (come “pescato”, “pescato in acque dolci” o “allevato”), il tipo di attrezzo utilizzato per la cattura e la zona di provenienza, che può essere il Mar Adriatico, il Mar Ionio o la Sardegna, anche attraverso l’uso di mappe o illustrazioni.

Etichette sotto la lente: attenzione a congelati e decongelati

Quando si acquista pesce congelato, è fondamentale controllare la data di congelamento, che deve essere indicata chiaramente. Se invece il prodotto è stato congelato e poi decongelato prima della vendita, l’etichetta deve riportare in modo ben visibile la dicitura “decongelato”, così da permettere al consumatore una scelta consapevole.

Un’attenzione che si traduce in rispetto per la tradizione, per la qualità e per il lavoro delle imprese italiane del mare. Una scelta di gusto, ma anche di valore.

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