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Gio. Apr 17th, 2025

Cresce il fatturato della GDO italiana, ma resta un un affare di famiglia

La grande distribuzione organizzata (Gdo) italiana resta saldamente nelle mani delle famiglie, che detengono il controllo totalitario dell’85,4% delle aziende non cooperative. Un settore fortemente caratterizzato dalla presenza di azionisti numerosi, con una quota media del capitale pari all’11,2% per ciascuno. Sul fronte delle vendite, dopo due anni di crescita trainata dall’inflazione, il 2024 si prospetta in moderata espansione: con un’inflazione pressoché nulla, il giro d’affari della Gdo dovrebbe aumentare del 3% rispetto al 2023, quando le vendite erano cresciute del 7,7%, dopo il +7,6% registrato nel 2022.

Lo si legge in un report dell’Area studi di Mediobanca presenta la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare.

cresce il fatturato della gdo italiana, un settore ancora a conduzione familiare

L’Area Studi Mediobanca ha infatti pubblicato la nuova edizione dell’Osservatorio sulla grande distribuzione organizzata (GDO) italiana e internazionale a prevalenza alimentare. L’analisi raccoglie i dati economico-patrimoniali di 124 aziende nazionali e 31 tra i maggiori player internazionali, coprendo il periodo 2019-2024. Il rapporto offre approfondimenti su segmenti specifici del mercato, con un focus sui prodotti a marchio del distributore (MDD), sulle tematiche ESG e sulla governance aziendale.

I risultati principali dell’Osservatorio sono stati presentati durante un evento a cui hanno partecipato le figure di spicco della GDO italiana. Tra i protagonisti della prima tavola rotonda, intitolata “Retail alla prova del futuro: strategie, leadership e scenari per i grandi player”, sono intervenuti Francesco Avanzini, direttore generale Conad, Domenico Brisigotti, direttore generale Coop Italia, Massimiliano Silvestri, presidente LIDL Italia, e Maniele Tasca, direttore generale Selex Gruppo Commerciale. Il secondo panel, “Radici forti, crescita veloce: le insegne locali che fanno la differenza”, ha visto la partecipazione di Giovanni Arena, amministratore delegato Gruppo Arena e presidente Gruppo VéGé, Laura Gabrielli, presidente Magazzini Gabrielli, e Giangiacomo Ibba, amministratore delegato Crai Secom.

le sfide future per la gdo italiana

L’85% delle aziende della GDO alimentare ritiene gestibili le sfide legate alle dinamiche demografiche e ai nuovi modelli di consumo. Per prepararsi al futuro, oltre il 75% degli operatori considera strategico l’investimento nel capitale umano, mentre il 70% punta sullo sviluppo tecnologico, con particolare attenzione all’intelligenza artificiale generativa. Nell’ultimo biennio, circa l’80% delle imprese ha investito nella digitalizzazione. Il 60% degli operatori si concentra sulla personalizzazione dell’offerta e sull’espansione della rete di vendita, mentre i prodotti a marchio del distributore (MDD), che rappresentano ormai quasi un terzo del mercato con un giro d’affari di 26 miliardi di euro (+6,3% medio annuo dal 2019), sono considerati un fattore di stabilità per il 55% delle aziende.

Strategie come la rimodulazione dei formati e dei canali (35% dei casi), la multicanalità (25%) e le operazioni di fusione e acquisizione (20%) sono ritenute meno incisive. Tuttavia, il 65% degli operatori intravede possibilità di maggiore concentrazione nel mercato italiano.

prospettive per il 2024: crescita contenuta dopo due anni record

Dopo un biennio caratterizzato da una crescita delle vendite del +7,6% nel 2022 e +7,7% nel 2023, il 2024 si preannuncia più stabile, con un incremento stimato intorno al 3%, complice un’inflazione quasi nulla. Nel 2023, il fatturato netto dei principali gruppi italiani della GDO a prevalenza alimentare ha raggiunto i 109,6 miliardi di euro (IVA esclusa), con 14,7 miliardi in capo a operatori a controllo estero (13,4% del totale). Tra il 2019 e il 2023, le vendite sono aumentate del 28%, con un tasso medio annuo del 6,4%.

Nel quinquennio 2019-2024, il costo del lavoro per i retailer nazionali ha rappresentato in media il 9,8% del fatturato, con un aumento di 0,2 punti percentuali nel 2024, anno del rinnovo del CCNL Distribuzione Moderna Organizzata. I margini operativi sono migliorati nel 2023: l’EBIT margin ha raggiunto il 2,9% (contro una media quinquennale del 2,5%) e il ROI il 7,4% (rispetto al 5,8% medio), avvicinandosi all’8% del settore Food&Beverage.

Gli investimenti materiali sono cresciuti del 18,7% rispetto al 2022. Il 90% delle imprese ha effettuato ristrutturazioni su punti vendita esistenti, mentre l’80% ha investito in nuove aperture. Il fatturato dei discount è aumentato del 9,2% nel 2023, avvicinandosi alla crescita del 7,3% degli altri operatori. Il settore discount si distingue anche per la marginalità: l’EBIT margin nel 2023 ha toccato il 4,8%, rispetto al 2,3% degli altri gruppi, mentre il ROI si è attestato al 16,5% (contro il 5,9% degli altri operatori).

Gli operatori a controllo straniero hanno registrato una crescita media annua del 4,3% tra il 2019 e il 2023, inferiore al +6,7% degli operatori italiani. Anche la marginalità è risultata inferiore, con un EBIT margin dell’1,3% nel 2023 (contro il 3,1% degli operatori nazionali) e un ROI del 5% (7,6% per gli italiani). Le aziende del Sud Italia hanno segnato le performance migliori (+9% medio annuo sul 2019), seguite da quelle del Centro (+6,3%). Il Nord-Est si è dimostrato più dinamico rispetto al Nord-Ovest (+6,2% vs +3,9%).

il peso delle imprese familiari nella gdo italiana

La GDO italiana resta saldamente in mano alle famiglie, che controllano l’85,4% delle aziende non cooperative. In media, ogni socio possiede l’11,2% delle quote di una società. Non si registrano ingressi di fondi di private equity nel settore. L’età media dei soci è di 55,2 anni, con una prevalenza maschile (56,5 anni) rispetto a quella femminile (52,9 anni). Il passaggio generazionale è un tema chiave: nei casi in cui è già avvenuto, l’età media dei vertici è inferiore di cinque anni. Dal 2019 ad oggi, l’età media dei consigli di amministrazione è scesa di 3,8 anni e la rappresentanza femminile è cresciuta di 3,2 punti percentuali.

Nel 60,5% delle società non cooperative della GDO, le deleghe operative sono concentrate in un solo soggetto. A fine 2024, l’età media dei board sarà di 59,3 anni, con un’età di ingresso vicina ai 40 anni. La presenza femminile nei consigli di amministrazione è pari al 19,9%, con picchi del 27,7% nei ruoli consiliari e minimi del 7,8% nelle posizioni operative. L’84,5% delle donne che ricoprono incarichi nel CdA proviene dalla famiglia proprietaria.

Selex e C3 sono i gruppi con la maggiore presenza femminile nei board, superando il 30%. Le aziende di VéGé hanno visto un incremento della rappresentanza femminile dal 12,3% nel 2019 al 17,9% attuale, mentre Crai è passata dal 9,1% al 16,7%. Il passaggio generazionale e l’aumento della presenza femminile nei vertici aziendali rappresentano le sfide principali per la GDO italiana nel prossimo futuro.

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