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Dom. Mar 16th, 2025

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena minacciato l’Unione Europea , “una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo”, con tariffe del 200% su “tutti i vini, champagne e prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri paesi rappresentati dall’Ue”.

Coldiretti: “A rischio 1,9 miliardi di export di vino italiano”

Le minacce di Donald Trump di imporre un dazio del 200% sui vini europei potrebbero infliggere un duro colpo alle esportazioni italiane negli Stati Uniti, che nel 2024 hanno raggiunto un valore di 1,94 miliardi di euro. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti e Filiera Italia, diffusa dopo l’annuncio del presidente statunitense di voler applicare tariffe aggiuntive su rossi, bianchi e champagne, in risposta alla decisione dell’Unione Europea di colpire il whisky americano con dazi più elevati.

Un provvedimento di questo tipo rischierebbe di compromettere il settore vinicolo italiano, che negli ultimi vent’anni ha visto triplicare il valore delle vendite negli Stati Uniti con un incremento del 162%, secondo un’analisi Coldiretti basata su dati Istat. Attualmente, il mercato americano rappresenta circa un quarto dell’export totale del vino italiano, con gli spumanti che da soli coprono quasi un terzo del valore complessivo. Gli Stati Uniti, con un consumo annuo di 33,3 milioni di ettolitri secondo l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), sono il primo mercato mondiale per il vino e rappresentano un punto strategico per le esportazioni italiane.

“Occorre fermare una pericolosa escalation che sta portando a una guerra commerciale globale, con i cittadini statunitensi come prime vittime, costretti a pagare di più per i prodotti, e con gli agricoltori europei che vedrebbero stravolti i flussi commerciali”, ha dichiarato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti.

Sulla stessa linea Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia: “Credo che serva buon senso da entrambe le parti. La minaccia di Trump è una risposta alla decisione dell’Europa di confermare un dazio del 50% sul whisky americano. La Commissione UE dovrebbe dimostrare buona volontà, prolungando la moratoria su questo dazio per tutelare il settore del vino e degli alcolici europei. Qualcuno deve fare il primo passo e l’Europa dovrebbe essere la prima a dimostrarsi disponibile al dialogo”.

UIV: Trump minaccia un simbolo di amicizia tra i due popoli

“L’escalation delle guerre commerciali genera situazioni grottesche in cui a perdere sono tutti. Siamo al sonno della ragione che genera mostri, speriamo in un pronto risveglio da questo incubo, perché il vino è il simbolo dell’amicizia tra i due popoli”. Così il presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, ha commentato la dichiarazione del presidente Trump in merito all’intenzione di comminare dazi al 200% per i vini europei in risposta ai dazi Ue sul whisky.

“Con i dazi al 200% – a cui non vogliamo credere almeno quanto non crediamo ai mostri – l’Ue perderebbe circa 4,9 miliardi di euro di export, ovvero il monte totale delle esportazioni dirette oltreoceano. Ma a perdere sarebbe anche tutta l’industria del wine&food americana, perché per ogni euro di vino d’importazione acquistato se ne generano 4,5 in favore dell’economia statunitense”. L’Italia, secondo l’Osservatorio Uiv, lo scorso anno ha spedito negli Usa il 24% del totale export globale per un controvalore di 1,93 miliardi di euro (+10% sul 2023) che si azzererebbe completamente nel caso di dazi al 200%.

Confagricoltura: “Confidiamo sia una provocazione, l’Ue deve fare sistema”

“Confidiamo che l’ultima dichiarazione del presidente Trump sia una provocazione. Inutile dire che con tariffe di queste (s)proporzioni, i nostri produttori di vino perderebbero il partner commerciale numero uno al mondo. L’export italiano di vino verso gli USA vale, infatti, quasi 2 miliardi di euro ed è in crescita. Pochi mesi fa, a fine 2024, le nostre aziende hanno partecipato all’edizione americana di Vinitaly con grande entusiasmo e risultati. Restiamo convinti che innescare una guerra di dazi non serva a nessuno. L’Unione Europea, per evitare di azzerare l’export verso gli Stati Uniti, deve fare sistema ed agire in modo coeso privilegiando la negoziazione”, commenta Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura.

Cia: salto nel buio per il vino italiano dopo le dichiarazioni di Trump

“Speriamo che questa di Trump sia solo una provocazione, una tassazione al 200% sui vini azzererebbe di fatto le vendite verso gli Stati Uniti, che sono il nostro primo mercato di sbocco italiano per il vino, con quasi 1,9 miliardi euro e un peso sulle esportazioni agroalimentari oltreoceano del 26%”. Questo il commento del presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente Usa, Donald Trump. Cia ricorda che la percentuale di export di vini verso gli Usa ha segnato un incremento del +7% sull’anno precedente (+7%), con un’impennata per i vini spumanti (+19%). Si tratta di un’incidenza di quasi il 24% sull’export totale di vini tricolore.

A dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni).
Cia ricorda che il rischio di dazi lascerebbe strada libera ai competitor che potranno aggredire una quota di mercato molto appetibile: dal Malbec argentino, allo Shiraz australiano, fino al Merlot cileno. Dalla parte dei produttori di vino italiani, Cia ricorda anche come sia difficile recuperare rapporti solidi con i buyer Usa, una volta che questi siano costretti a interrompere le relazioni con l’Europa per cercare altri mercati internazionali.


Federvini: “Dazi su vini e spiriti insostenibili, a rischio un intero settore”

Grandissima preoccupazione per la prospettiva di dazi transatlantici su vini e spiriti a livelli che sarebbero evidentemente insostenibili – rende noto Federvini, l’associazione confindustriale di produttori di vini, spiriti e aceti – e per una escalation tariffaria che avrebbe effetti dirompenti su entrambi i lati dell’Atlantico.,

I danni sarebbero ingenti e probabilmente irreparabili, coinvolgendo filiere produttive, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, sia negli Stati Uniti sia in Europa.

Federvini, in linea con le posizioni espresse dalle associazioni europee di settore, ribadisce l’importanza di tenere vini e spiriti fuori da queste controversie commerciali che non riguardano il settore agroalimentare.

Già in passato il comparto ha pagato a caro prezzo dazi imposti per motivi estranei al settore: non possiamo permettere che ciò si ripeta, afferma l’Associazione, con effetti potenzialmente ancora più drammatici. Guardando alle sole esportazioni italiane verso gli USA parliamo di un valore di circa 2 miliardi di euro all’anno
Federvini lancia un appello alle istituzioni italiane, europee e statunitensi affinché lavorino con urgenza a soluzioni condivise, scongiurando nuove misure restrittive e tutelando un commercio transatlantico che, nel tempo, ha generato benefici reciproci.

Immagini create con ChatGpt

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