Il ministro per l’Agricoltura e la sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, si è mostrato fiducioso riguardo agli effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti sui prodotti europei, sottolineando che la produzione italiana premium continuerà a essere scelta dai consumatori. Intervenendo nell’Aula del Senato durante il Question Time, il ministro ha espresso il suo punto di vista sui possibili impatti delle nuove tariffe, sottolineando come il mercato aperto rappresenti un vantaggio oggettivo per l’Italia.
La sfida dei dazi e la competitività internazionale
Lollobrigida – riporta Adnkronos – ha spiegato che l’introduzione di dazi da parte di alcune nazioni è comprensibile, soprattutto in relazione ai rapporti commerciali con Paesi che producono a costi molto più bassi, spesso grazie a normative meno stringenti rispetto a quelle applicate nell’Unione Europea. “Il mercato aperto per l’Italia è un oggettivo vantaggio, che ci sia l’esigenza di alcune nazioni di immaginare un sistema tariffario che metta in condizione di essere più competitive è comprensibile”, ha dichiarato il ministro.
Ha inoltre ricordato che l’Unione Europea stessa applica sistemi di contingentamento delle importazioni per proteggere i propri settori strategici, sottolineando come la gestione dei dazi sia una pratica comune nelle relazioni commerciali internazionali. Lollobrigida ha evidenziato che sarà importante valutare attentamente le tariffe che gli Stati Uniti potrebbero applicare sui prodotti europei e gli effetti concreti che ne deriveranno per il settore agroalimentare italiano.
La forza dei prodotti italiani premium
Secondo il ministro, i prodotti italiani di alta gamma non subiranno particolari ripercussioni dai nuovi dazi. Lollobrigida ha spiegato che la produzione agroalimentare italiana è considerata premium e non è facilmente sostituibile da alternative meno costose. “Se uno vuole il parmigiano deve comprare il parmigiano, perché il parmigiano si produce in un’area specifica del mondo e non è sostituibile da qualcosa che si richiami allo stesso formaggio”, ha affermato, sottolineando la rilevanza delle indicazioni geografiche protette e della qualità unica dei prodotti italiani.
Il ministro ha citato anche vini come il Barolo e l’Amarone, esempi di prodotti che i consumatori continueranno a scegliere nonostante eventuali rincari dovuti ai dazi. La forza dei marchi italiani, basata sulla tradizione, la qualità certificata e la provenienza geografica, dovrebbe quindi garantire la tenuta del settore anche in uno scenario di maggiore protezionismo commerciale.
Un problema per l’inflazione americana
Lollobrigida ha poi sottolineato che l’applicazione di dazi sui prodotti italiani potrebbe avere effetti più significativi sull’inflazione americana che non sui consumi in Italia. “Io tendo a pensare che molti di coloro che scelgono già queste categorie premium le continueranno a comprare. E quindi sarà un problema più per l’inflazione americana piuttosto che un vantaggio”, ha dichiarato.
Questa visione ottimistica si basa sulla convinzione che i consumatori americani, già abituati alla qualità dei prodotti italiani, non rinunceranno facilmente alle eccellenze alimentari provenienti dall’Italia, anche in presenza di rincari. Per questo, Lollobrigida ha ribadito l’importanza di monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e di continuare a promuovere i prodotti italiani sui mercati internazionali, puntando sulla loro unicità e sulla qualità garantita dal sistema agroalimentare nazionale.
Con questa strategia, il ministro ha confermato l’impegno del governo nel difendere le eccellenze italiane e nel garantire che i prodotti made in Italy continuino a occupare una posizione di rilievo sui mercati globali, anche in un contesto internazionale sempre più complesso.