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Gio. Mar 27th, 2025

L’export agroalimentare cresce in controtendenza e nel 2024 fa segnare il record di sempre, con un aumento dell’8% in valore rispetto al 2023, a fronte della lieve flessione generale dello 0,4%. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione della pubblicazione dei dati Istat sul commercio estero nel periodo gennaio-dicembre, con la bilancia commerciale che per il cibo tricolore segna un surplus di oltre un miliardo di euro. Le esportazioni agroalimentari hanno chiuso l’anno a quota 69,1 miliardi di euro, con il vino che si conferma il prodotto più esportato, seguito da ortofrutta trasformata, formaggi, pasta, altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva. Tuttavia, questo primato è messo a rischio – denuncia Coldiretti – dalla decisione della Commissione Europea di introdurre etichette allarmistiche sulle bottiglie.

La Germania e gli Stati Uniti trainano l’export

La Germania si conferma il principale mercato di sbocco per i prodotti agroalimentari italiani, con un valore di 10,6 miliardi di euro (+6%), mentre gli Stati Uniti si affermano come il primo mercato extra UE con un valore di 7,8 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Seguono Francia, Regno Unito e Spagna.

Il ruolo strategico della filiera Made in Italy

Il successo dell’export agroalimentare è il frutto del lavoro di una filiera Made in Italy che coinvolge – sottolinea Coldiretti – 4 milioni di lavoratori distribuiti tra 740mila aziende agricole e 70mila industrie alimentari. Questo settore rappresenta un pilastro dell’economia nazionale, con l’obiettivo ambizioso di portare il valore annuale delle esportazioni agroalimentari a 100 miliardi di euro entro il 2030.

Le sfide per il futuro: infrastrutture e lotta alla contraffazione

Per raggiungere questo traguardo, è fondamentale colmare i ritardi infrastrutturali dell’Italia che, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga, causano una perdita stimata di 9 miliardi di euro in mancate esportazioni per l’agroalimentare nazionale. Allo stesso tempo, è necessario contrastare la contraffazione internazionale, un fenomeno che, secondo Coldiretti e Filiera Italia, ha raggiunto un valore di 120 miliardi di euro a livello globale. Una priorità è l’applicazione del principio di reciprocità negli accordi commerciali stipulati dall’Unione Europea, al fine di proteggere il vero Made in Italy e valorizzare la qualità dei prodotti agroalimentari italiani.

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