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Gio. Feb 13th, 2025

L’olio extravergine d’oliva è presente nella spesa del 96% dei consumatori italiani, rappresentando un ingrediente essenziale della cucina nazionale. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Nomisma-SOL2EXPO, presentata oggi al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in occasione della conferenza stampa della manifestazione in programma a Veronafiere dal 2 al 4 marzo, il 36% dei consumatori considera l’olio Evo tra gli alimenti più salutari, al pari di verdure, frutta e pesce. Le parole più associate dagli italiani al settore olivicolo sono salute, sostenibilità e natura, a cui si aggiungono qualità, bontà, benessere e beneficio.

L’olio Evo è anche un incentivo all’acquisto di altri prodotti: il 70% dei consumatori lo ricerca nel pesce in scatola, il 69% negli oli aromatizzati, il 64% nei paté di olive e nelle paste spalmabili a base di olio d’oliva, mentre il 63% lo predilige nei prodotti sott’olio.

La provenienza è un criterio di scelta fondamentale

Oltre al prezzo, che guida il 18% degli acquisti, e alla fedeltà al brand, importante per il 15%, quattro consumatori su dieci scelgono l’olio Evo in base alla provenienza. Il 29% privilegia il made in Italy, mentre il 15% presta attenzione alle certificazioni Dop e Igp. Il segmento degli oli a denominazione è in crescita anche dal punto di vista produttivo: negli ultimi dieci anni, la quota degli oli Dop/Igp italiani è passata dal 2% al 6%. Parallelamente, la coltivazione biologica ha raggiunto il 24% degli 1,14 milioni di ettari destinati agli uliveti in Italia, contro il 15% del 2013.

La produzione cala, i prezzi salgono

Con 619 mila imprese e 4.327 frantoi attivi, l’Italia è tra i principali produttori di olio d’oliva a livello mondiale. Tuttavia, nella campagna 2024/2025 la produzione è scesa a 224 mila tonnellate, registrando un calo del 32% rispetto all’anno precedente. Dal 2018 a oggi, la produzione non ha mai superato le 370 mila tonnellate, a causa dell’impatto del cambiamento climatico sulle rese.

La riduzione dell’offerta ha portato a un aumento dei prezzi, che sui mercati esteri sono passati da 5,08 a 10,12 euro al chilo in due anni, con ripercussioni anche in Italia. Nel 2024, le vendite di olio Evo nel canale off-trade sono diminuite dell’1% in volume, ma il valore è aumentato del 29% e il prezzo medio è cresciuto del 30%.

Export in crescita nonostante le difficoltà produttive

Nonostante il calo della produzione, la domanda estera e l’aumento dei prezzi hanno sostenuto le esportazioni. Nei primi dieci mesi del 2024, il valore dell’export di olio extravergine d’oliva italiano è aumentato del 52,5%, raggiungendo 2,116 miliardi di euro, mentre i volumi sono cresciuti del 5,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.

L’olio Evo italiano è esportato in 160 paesi, con il 60% delle vendite concentrate tra Stati Uniti, Germania, Francia, Canada e Giappone. Gli Stati Uniti restano il mercato principale, assorbendo circa un terzo delle esportazioni italiane di olio extravergine d’oliva.

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