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Settore Fiere in forte calo nel 2021 ma è pronto a ripartire per Made in Italy

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La pandemia ha colpito duramente le fiere: rispetto al 2019 si stima che il fatturato a livello mondiale sia calato del 68% nel 2020 e del 59% nel 2021. Ma il settore è pronto a ripartire perchè l’internazionalizzazione del Made in Italy e lo sviluppo economico del Paese passano dall’industria fieristica italiana. Lo rivela il rapporto “L’Italia delle Fiere Internazionali”, realizzato dai Centri Studi di Fondazione Fiera Milano e Confindustria in collaborazione con CFI-Comitato Fiere Industria.
Secondo lo studio, soprattutto per le Pmi “la fiera fisica rimane un elemento chiave, un luogo rassicurante e formativo imprescindibile per la vita stessa dell’azienda”.

Il Rapporto – ripreso da Agi – mostra che in Italia, Germania, Francia e Spagna si sono svolte più della metà (54%) delle fiere internazionali; l’Italia rappresenta il 23% delle superficie affittate, dietro la Germania ma più di Francia e Spagna. Il nostro Paese ospita il maggior numero di metri quadrati nel settore moda, con una quota di mercato del 23% dei 2,7 milioni di metri quadrati venduti a livello mondiale. Nella cosmetica, che nel suo complesso supera il milione di metri quadrati venduti nei Paesi considerati, l’Italia rappresenta una quota del 13%, al secondo posto dopo la Cina, che occupa la prima posizione in tutti i settori, a eccezione del comparto moda, grazie al suo enorme mercato interno.


Nel 2020, con la pandemia e le restrizioni, gli organizzatori di fiere hanno provato a rispondere con le fiere digitali. Ma la fiera fisica, secondo un’indagine condotta da GRS Research & Strategy su 1.200 espositori e 6.000 visitatori di 24 manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale, è di gran lunga la preferita. Per la stragrande maggioranza degli interpellati si conferma in quasi tutti i campi con percentuali di gradimento che vanno dal 72% all’87%.
Le fiere – conclude il rapporto – non hanno sostituti per quanto riguarda aspetti cruciali come le relazioni dirette, l’agire collettivo, la comprensione delle frontiere dell’innovazione e la rassicurazione sulle scelte di fornitura.(AGI)

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TM

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