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Gio. Ott 10th, 2024

 Borgo San Felice, albergo diffuso a cinque stelle di proprietà del Gruppo Allianz a Castelnuovo Berardenga (Siena), riceve un importante riconoscimento internazionale per il progetto di inclusione sociale L’Orto e l’Aia nel Borgo, ideato e sviluppato dalla Fondazione Allianz UMANA MENTE con Borgo San Felice, in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Castelnuovo Berardenga (SI) e il locale Comitato della Terza Età.

Relais & Châteaux, autorevole associazione internazionale che riunisce hotel di charme e ristoranti gastronomici in tutto il mondo, ha assegnato il prestigioso Sustainability Trophy 2022 a L’Orto e L’Aia nel Borgo con la seguente motivazione: esempio di eccellenza che “brilla per gli straordinari risultati ottenuti e per la passione e lo spirito di famiglia che lo caratterizzano”, riconoscendo così l’impegno di Borgo San Felice nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale, uno dei punti cardine del Manifesto di Relais & Châteaux siglato all’unanimità dai 580 associati presso la sede dell’UNESCO a Parigi nel 2014.

Quest’anno il Sustainability Trophy si è orientato alle iniziative dei nostri associati che promuovono un ambiente di lavoro accogliente ed inclusivo. L’impegno di Borgo San Felice nel progetto L’Orto e l’Aia nel Borgo è una grande fonte di ispirazione per tutti noi.” – ha sottolineato Philippe Gombert, Presidente Internazionale di Relais & Châteaux, assegnando il premio a Danilo Guerrini, Presidente della Delegazione Italiana di Relais & Châteaux e General Manager di Borgo San Felice.

Maurizio Devescovi, Direttore Generale di Allianz S.p.A. e Presidente della Fondazione Allianz UMANA MENTE, ha spiegato: “L’Orto e L’Aia nel Borgo è un progetto di agricoltura sociale ideato nel 2012 dalla nostra Fondazione in collaborazione con San Felice e lo abbiamo presentato ad Expo 2015 come esempio di agricoltura sostenibile. Originariamente, avevamo previsto di integrare questi ragazzi con disabilità con altri coetanei, ma abbiamo poi scoperto il valore di farli affiancare dai pensionati della zona, per tramandare il loro sapere, e così il progetto è decollato. L’iniziativa promuove il valore dell’inclusione in cui crediamo fortemente come Allianz e che perseguiamo nella relazione con tutti i nostri stakeholder anche attraverso la missione sociale della nostra Fondazione Allianz UMANA MENTE.”

Danilo Guerrini, General Manager di Borgo San Felice, ritirando il premio ha detto: “Siamo orgogliosi di ricevere questo importante riconoscimento che testimonia l’impegno di Borgo San Felice verso la sostenibilità ambientale e sociale. Ringraziamo il Presidente Philippe Gombert e tutta l’associazione per aver riconosciuto l’eccellenza del nostro progetto sociale, fortemente apprezzato sia dalla comunità sia dagli ospiti del nostro resort.

Il progetto L’Orto e L’Aia nel Borgo vede attualmente protagonisti sei ragazzi con disabilità del territorio senese – Andrea, Antonio, Daniele, Matteo, Piergiorgio e Simone – che coltivano la terra e si prendono cura dell’aia, ciascuno con una propria spiccata personalità e con mansioni specifiche, sotto la guida degli operatori delle cooperative Koinè e Betadue. Imparando dalla saggezza e dall’esperienza degli anziani volontari del territorio, ‘i nonni’, i ragazzi lavorano nell’orto, che occupa circa un ettaro, i cui prodotti biologici e a Km 0 sono utilizzati dall’Executive Chef stellato Juan Quintero nei ristoranti di Borgo San Felice o venduti sul territorio nei mercatini locali.

Il progetto fonda il suo successo su un concreto e profondo coinvolgimento intergenerazionale, che si esprime in un contesto straordinariamente bello e vivificante come quello di San Felice. Questo si riflette nel gioioso desiderio dei ragazzi di stare insieme, sentendosi uniti. Passione, spirito di gruppo e di famiglia, accoglienza, inclusione, formazione e lavoro; tutti elementi che contribuiscono a rendere l’orto un luogo unico e speciale. Per questo, recentemente il progetto è stato ribattezzato “L’Orto e l’aia felice”, un modello di intervento sociale unico che potrà essere presto replicato presso nuove realtà che vogliono sperimentare l’agricoltura sociale. 

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