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Trend. Ogni italiano ha 17 carte fedeltà nel portafoglio

Stocardha monitorato la presenza di carte fedeltà nel portafoglio degli italiani dal 2017 a oggi, rilevando un incremento del +20%.

 Non solo la carta fedeltà del supermercato, ma anche quella della farmacia, del negozio di animali, di bricolage, di sport ecc. preferito. In media ogni italiano ha nel proprio portafoglio 17 carte loyalty, a riprova di una certa abitudine a fare la spesa negli stessi negozi e di fedeltà alla marca.

Lo rileva l’Osservatorio Loyalty di Stocard, l’applicazione che consente di memorizzare tutte le carte fedeltà nel proprio smartphone e che conta in Italia già 10 milioni di utenti, rispetto ai 3 milioni del 2017, e che è utilizzata da 1 milioni di italiani ogni giorno nel momento dei loro acquisti. 

La GDO è il mercato con la percentuale più alta di carte fedeltà sull’app di Stocard (34%) e tra le prime ad aver compreso la validità del servizio, seguita dalle insegne del Fashion (24%), dagli Elettrodomestici (9%) e dal Beauty (8%).

Negli ultimi anni sempre più settori, anche quelli apparentemente lontani da una logica di fidelizzazione come le farmacie, hanno implementato i loro programmi di loyalty, comprendendo quanto sia importante oggi non solo monitorare le abitudini di consumo dei clienti, ma anche digitalizzare i servizi per andare in contro alle esigenze di un consumatore sempre più tecnologico, che si affida in modo crescente allo smartphone per le proprie attività quotidiane. Non a caso negli ultimi 4 anni l’app Stocard, che conta oggi la presenza di oltre 1000 retailer italiani, ha permesso di sostituire oltre 300 milioni di volantini cartacei, con un impatto importante non solo in termini di fatturato generato misurato ma anche in ottica di bilancio sostenibile.

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Dal 2017 ad oggi l’utilizzo di carte fedeltà è cresciuto nel Pharma del 96% sulla scia dell’aumento di presenza a scaffale di prodotti beauty e per la cura della persona. A seguire i mercati del Pets e del Brico, che hanno registrato una crescita notevole, rispettivamente del 43% e 41%. Più contenuto, ma più elevato a valore,  l’incremento della GDO (+12%), settore che tradizionalmente conta un numero più importante di clienti in possesso di carte fedeltà.

La fidelizzazione è un’arma fondamentale al servizio del retailer in un mercato che oggi vede aumentare la concorrenza, soprattutto da parte di grandi marketplace come Amazon. A fronte di un mercato sempre più competitivo i retailer devono ampliare la loro offerta e sfruttare nuovo capitale tecnologico per offrire servizi innovativi in linea con l’evoluzione di un consumatore sempre più digitale.” Spiega Valeria Santoro, Country Manager Italia di Stocard.

Investire su programmi di loyalty digitale permette ai retailer di utilizzare il dato in modo strategico ed aumentare quindi sia la propria capacità predittiva sia l’efficacia del geo-marketing in acquisizione ed in retention. La carta fedeltà nasce proprio dal bisogno del retail di leggere gli acquisti del consumatore in modo corretto: questo significa conoscerne i comportamenti, la frequenza e anticipare i futuri acquisti, utilizzare quindi in maniera più mirata attività promozionali,  di marketing e di customer care, con importanti ricadute sul business sia in termini di riduzione dei costi, sia in termini di incremento del fatturato.

Raccogliere e analizzare i dati provenienti dalle carte fedeltà consente ai retailer di ottenere una panoramica in continua evoluzione dei propri consumatori, un’analisi indispensabile per ottimizzare l’esperienza in negozio e per programmare al meglio gli approvvigionamenti.”  – prosegue Valeria Santoro, Country Manager Italia di Stocard – “Il dato è centrale per il compimento della trasformazione digitale e ambientale del settore: è il primo passo che le aziende sono chiamate a compiere per evolvere ed affrancarsi dalla mera logica di distribuzione di prodotti e intraprendere la strada di una vera data warehouse. Lo scopo ultimo è quello di anticipare i comportamenti e le necessità del consumatore, ma tutto questo sarà possibile solo con i giusti investimenti e con una riqualificazione delle risorse attraverso una formazione che sviluppi competenze digitali e di analisi trasversali al mondo fisico e online. ”

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TM

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