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Grappa del Trentino, cresce il fenomeno della grappa “biologica” grazie all’incremento di vinacce da uve bio

Gli alambicchi del Trentino sono ufficialmente accesi. Con la vendemmia leggermente posticipata rispetto allo scorso anno, anche l’attività di distillazione nelle oltre venti distillerie dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino è cominciata e ormai da una ventina di giorni; giorno e notte si lavora per ottenere uno dei prodotti più rappresentativi d’Italia nel panorama dei distillati. L’Istituto di Tutela, il più longevo e il primo in Italia per il settore, fa il punto della situazione sull’annata in corso. «Come sempre un commento più specifico può essere fatto soltanto a fine lavoro, tuttavia la materia prima che sta arrivando in distilleria è di ottima qualità e fa presagire a una annata di grande livello per la grappa del Trentino – spiega il presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino, Mirko Scarabello – in questo momento siamo all’inizio del lavoro, anche se  come noto il nostro disciplinare rispetto agli altri in Italia prevede la chiusura degli alambicchi entro il 31 dicembre, ma per novembre le vinacce trentine saranno senz’altro già distillate».

L’annata che verrà. Sarà leggermente in calo la produzione, di circa il 10-15% rispetto al 2018 quando invece si era avuto un importante incremento rispetto alla precedente, il 2017, annata in linea con quella di quest’anno. I presupposti per un’ottima annata ci sono in quanto si è verificata una acidità delle uve mediamente alta, fattore questo che determina la sanità e qualità delle vinacce in fase di fermentazione e conservazione e come sempre sarà la mano del distillatore a dare il plus che la grappa col Tridente riserva. Dopo circa due mesi dalla fine della distillazione la grappa si sarà “riarmonizzata” e a quel punto sarà possibile fare un bilancio organico. L’annata è particolarmente favorevole per le uve a bacca rossa, visto l’andamento climatico e il buon grado di maturazione raggiunto, ma anche nelle valli dove si vendemmiano in prevalenza vitigni a bacca bianca le rese sono buone e la qualità della vinaccia notevole, con profumi di grande livello. Rispetto agli anni precedenti è in continua crescita la disponibilità di vinaccia da uve biologiche che quindi daranno origine a grappa bio, un fenomeno questo dato soprattutto dalla conformità del territorio che prevede un clima che agevola questo tipo di coltivazione. Il KM 0 previsto dal disciplinare, insieme all’obbligo di utilizzare vinacce trentine ed entro il 31 dicembre per le grappe a marchio Grappa del Trentino, resta un sinonimo di unicità e qualità assoluta della grappa prodotta in questa provincia d’Italia, unico caso nel mondo.

L’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino è stato fondato nel 1960 con l’obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 25 soci dei quali 22 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 130 mila quintali di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

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TM

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