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Al.ta Cucina vara un osservatorio dedicato al cambiamento delle abitudini alimentari nel periodo di quarantena: si mangia più del solito, in prevalenza riso e pasta e non si riesce a stare a dieta. Penne lisce al bando.

Gli italiani hanno riscoperto l’arte di cucinare. Sarà per la contingenza ‘forzata’ del periodo e quindi il maggior tempo a disposizione con i propri cari, sta di fatto che la passione per i fornelli è aumentata in maniera esponenziale. Vincono le ricette semplici ma sfiziose.

Questo almeno è quanto emerso dall’osservatorio social creato da Al.ta Cucina, che ha voluto tracciare un quadro preciso in questo particolare momento, interpellando la propria community.

Una ventina in tutto le domande poste agli utenti, a cui è stato chiesto se e come sono cambiate le loro abitudini alimentari in questo periodo. Hanno risposto in oltre 110.000, concedendo un quadro piuttosto realistico della situazione.
La quasi totalità delle risposte ha indicato che si è ripreso a cucinare cibo fresco, con oltre il 90% delle risposte, mentre numeri ad una sola cifra hanno caratterizzato le percentuali di delivery e piatti pronti. A questo bisogna aggiungere che il 41% si concede anche due spuntini tra i due principali pasti, facendo altresì emergere (54%) di non riuscire a seguire una dieta.

Sempre secondo l’osservatorio, è aumentato il volume della ‘spesa’ in media, con il 41% che fa scorte in media per una settimana. Bassissima invece la penetrazione della spesa online, con solo il 5%. L’alimento più acquistato è la pasta, manco a dirlo, che si conferma il cibo più presente tra le mura domestiche degli italiani. Ma non chiedete un piatto di penne lisce, visto che il 76% dichiara di non acquistarle.

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Food ESG Affairs

TM

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