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Il Grand Hotel Portovenere vola con le presenze da oltreoceano e punta sul legame tra arte, cultura ed enogastronomia.

Grand Hotel Portovenere in Porto Venere

Primo degli appuntamenti di aprile il ritratto di New York: anteprima del nuovo libro fotografico di Claudio Barontini che sceglie Porto Venere (SP) per la presentazione in anteprima di “New York”. Primo di una serie di appuntamenti – “a cena con l’artista” – l’incontro sarà moderato dal giornalista del Corriere della Sera Marco Gasperetti e sarà l’occasione per un evento esclusivo con artisti affermati al Grand Hotel che si conferma hub culturale e punto di riferimento cosmopolita della Liguria.

Dopo aver archiviato il 2018 con più di ventimila clienti, il Grand Hotel Portovenere, grazie anche al raggiungimento della quinta stella, ha attratto un maggior numero di ospiti stranieri sempre più esigenti: basti pensare che si tratta del 90 per cento del totale, di cui il 40 per cento è rappresentato dai soli statunitensi. D’altro canto il Grand Hotel Portovenere vanta una posizione invidiabile tra il Golfo dei poeti e le Cinque Terre e ha riaperto il 15 marzo pronto per soddisfare la domanda crescente del segmento luxury. Il Grand Hotel rinato nel 2014, grazie alla famiglia Paletti, continua il progetto rinnovandosi di anno in anno e consolidando tra le sue file una grande fetta di persone del luogo. Ora la strategia di marketing del Grand Hotel punta a rafforzare il legame con la cultura internazionale.

Il mese di Aprile apre con tre cene conviviali dedicate all’arte in tutte le sue forme: artisti, presentazioni di libri e degustazioni enogastronomiche.

Venerdì 5 aprile il celebre fotografo Claudio Barontini presenterà al Grand Hotel Portovenere il libro fotografico “New York”. Un ritratto per immagini inedite della “Grande Mela”. L’evento è aperto al pubblico su prenotazione e fa parte della rassegna “a cena con l’artista” promossa dal Grand Hotel Portovenere e dal Palmaria Restaurant in collaborazione con la cooperativa Miticoltori Spezzini e la cantina Federici. Claudio Barontini è conosciuto per i suoi ritratti fotografici a personaggi famosi, colti nella loro massima spontaneità, al di là delle luci dei riflettori. Il Grand Hotel Portovenere possiede un’ampia collezione delle sue opere in cui sono immortalate realtà ad impatto visivo come i “muscolai” del Golfo dei Poeti. Esiste un legame forte e storico tra gli scatti di Claudio Barontini e il Grand Hotel Portovenere; aneddoti, storie e curiosità sul mondo del fotografo e il suo percorso andranno quindi in scena il primo venerdì di Aprile.

Con questo nuovo libro – “New York” – Claudio Barontini porta avanti la sua ricerca sul ritratto, mettendo però al centro del suo obiettivo non più una persona fisica ma una metropoli tra le più belle e conosciute al mondo, la Grande Mela. Attraverso un’osservazione rapida e allo stesso tempo profonda e analitica della realtà, Barontini ci racconta così “la sua New York”, cercando di cogliere la vera essenza di questa “celebrità urbana”, tratteggiandone in bianco e nero il lato più inatteso, il dietro le quinte, le solitudini e le “feste” inaspettatamente che si aggirano per le caotiche strade della città che non dorme mai. Con il suo scatto naturale e talvolta ironico da “fotografo flâneur” (come lo ha definito Serafino Fasulo nel testo di introduzione), Barontini ci regala con questo libro una raccolta di immagini, in cui coesistono senso della composizione, stile, istintività e rara sensibilità.

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Intervista all’autore

Considerando che sei un fotografo ritrattista di personaggi celebri: cosa ti ha spinto a pubblicare un libro su New York?

Mi ha spinto la voglia di tornare in una città che conobbi da musicista nel 1977 e di riprovare, dopo 41 anni, le straordinarie sensazioni vissute allora. A quel tempo suonavo con la cantante Milva e facemmo un concerto al Madison Square Garden. Lo scorso autunno, invece, sono andato per iniziare un progetto sulle città. Ho interpretato gli scatti alla Grande Mela come fossero un ritratto, non a una persona fisica, ma a una “celebre” metropoli.

Con il Grand Hotel Portovenere c’è una sinergia di lungo corso, le tue gigantografie dei “muscolai” sono esposte nella grande sala meeting, oltre alle 50 foto d’autore scelte per ornare tutte le camere dell’albergo. Dal Golfo dei Poeti a New York, quali suggestioni trovi in comune?

Posso dire con grande soddisfazione che il Grand Hotel, al momento, è il mio maggior collezionista di foto d’autore. Le gigantografie scattate nel Golfo dei Poeti tratte dal libro “Muscolai” e le foto nelle camere scattate in Costa Azzurra, hanno un grande tema in comune: Il mare. Se dovessi poi trovare un elemento in comune tra le foto esposte al Grand Hotel e le foto del libro “New York” direi l’autenticità.

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Un aneddoto su New York e la foto più rappresentativa del libro.

Più che un aneddoto, una situazione reale capitata sul Ponte di Brooklyn. Un tranquillo e anonimo turista improvvisamente si è trasformato in un ”rooftopper” saltando sul parapetto del ponte per fare una spericolatissima verticale sulle mani. Sotto lo strapiombo. Naturalmente l’ho immortalato. Probabilmente è questa la foto più rappresentativa del libro. Come giustamente scrive Serafino Fasulo nell’introduzione: “New York è innanzitutto la città che ha trasformato l’apparenza in sostanza, dove mostrarsi è esistere.”

Quali novità professionali all’orizzonte?

Continuo a lavorare per i magazine. Intanto sto sviluppando alcuni lavori per nuove pubblicazioni e un progetto a una mostra per il 2020. Festeggerò i miei primi 30 anni di attività professionale (1990-2020).

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