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L’arancia rossa Tarocco Ippolito protagonista a ‘Parola di Pollice Verde’, sabato 2 marzo su Rete4

L’arancia, principale frutto e fonte di vitamina C della stagione invernale, sarà protagonista sabato 2 marzo all’interno della puntata Parola di Pollice Verde in onda su Rete 4 alle ore 13. Sarà la giornalista Renata Cantamessa a parlarne ai telespettatori nella sua rubrica Il Bugiardino di Fata Zucchina (dal nome della fata agricola di cui la giornalista veste abitualmente i panni). Ma non di un’arancia qualunque si parlerà, bensì dell’arancia rossa Tarocco Ippolito. È un frutto di punta per Oranfrizer che coltiva arance rosse dal 1962 nella piana di Catania alle pendici dell’Etna, dove le condizioni pedo-climatiche consentono il raggiungimento di una maturazione perfetta, tanto che in nessun altro luogo si è riusciti a raggiungere con la stessa varietà di arancia un prodotto simile ed eccellente contemporaneamente per sapore, bellezza e ricchezza nutrizionale.

La ricetta didattica Millefoglie salata veloce, che Fata Zucchina proporrà sabato con l’arancia rossa Tarocco Ippolito di Oranfrizer, sarà un prezioso spunto per tutti i telespettatori per conoscere e imparare a valorizzare questo agrume paragonabile a un “vulcano di benessere”. Il Tarocco Ippolito infatti è una fonte naturale di antiossidanti, ogni 100 grammi di parte edibile contiene circa 60 mg di vitamina C e 40 mg di antocianine. Ogni frutto pesa mediamente 200 grammi e ne basta uno per soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C. Particolare anche la pigmentazione molto rossa, accentuata sin dall’inizio della stagione agrumaria, della buccia e della polpa, priva di semi, che si caratterizza per il gusto equilibrato e il contrasto armonico tra dolcezza e acidità. Il frutto di cui stiamo parlando, disponibile fino alle prime settimane marzo, è facilmente riconoscibile dall’etichetta recante il nome arancia rossa Tarocco Ippolito, dove è indicata l’origine siciliana e se la buccia sia o meno edibile. È perfetto per il consumo come frutta tout court o per la preparazione di spremute fresche, estratti, ricette dolci e salate.

Sul sito www.fatazucchina.net e sui principali social media di Fata Zucchina (Facebook, Twitter, LinkedIn, YouTube) è possibile, dal lunedì successivo alla messa in onda, rivedere la rubrica settimanale del Bugiardino completata da contenuti speciali come i benefici nutrizionali del prodotto protagonista, i target specifici a cui è indirizzata la ricetta, i pasti in cui è preferibile consumarla, oltre a eventuali intolleranze espresse.

CHI E’ RENATA CANTAMESSA/ FATA ZUCCHINA

Fata Zucchina è la prima “fata agricola” italiana, ideata e impersonata da Renata Cantamessa, giornalista di carta stampata e web, autrice, conduttrice radio-televisiva e divulgatrice agroalimentare che, nel suo percorso professionale, si è concentrata sui temi strategici dell’agroalimentare, della territorialità, del benessere, della prevenzione e della sostenibilità. Oltre che col mondo della cooperazione e dell’agricoltura, Renata collabora come project-manager con le Asl piemontesi, l’Università degli Studi di Torino, gli Istituti di Istruzione Superiore a indirizzo agrario-alberghiero e con la GDO-Grande Distribuzione Organizzata italiana. E’ anche autrice del volume Il Mistero del Grandalbero, il bi-libro edito da Araba Fenice e collegato a un’operazione di solidarietà verso l’Ospedale infantile “Regina Margherita” di Torino con “La Collina degli Elfi Onlus”, l’Ospedale “Gaslini” di Genova e la “Fondazione De Marchi Onlus” di Milano.

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Il personaggio di Fata Zucchina ha debuttato nel 2013 e rappresenta un modello smart di avanguardia al femminile, per ricordare che le donne possono essere un importante veicolo di innovazione in agricoltura. La “bacchetta magica” di Fata Zucchina – ovvero la sua divulgazione attraverso progetti che diventano rubriche, proprio come “Il Bugiardino di Fata Zucchina” – si rivolge per antonomasia al settore primario, come snodo centrale di una “nuova economia”. C’è dunque l’Agricoltura con l’iniziale maiuscola al centro del cuore di questa fata rurale, cioè quel Made in Italy fatto di terra variegata, mani laboriose e grandi intelligenze, che ha bisogno di tornare a simpatizzare con le famiglie e di giocare con i bambini, accendendo la loro voglia di fare, di immedesimarsi e costruire; educandoli a trattare i frutti della terra come nuovi “amici” e a seminare una felicità fatta di beni relazionali, tradizione e innovazione.

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TM

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